Dopo i corrieri, i magazzinieri. Si estende la mobilitazione dei lavoratori che prestano la propria attività a Napoli per Gls, il marchio gestito in franchising dalla Temi di Francesco Tavassi, imprenditore della logistica, ed ex vicepresidente della Unione Industriale di Napoli.

I corrieri – impiegati da una trentina di fornitori, i «padroncini» dei furgoni i quali lavorano per Temi – hanno ottenuto alcuni miglioramenti contrattuali e l’impegno di Tavassi a farsi garante del rispetto delle norme in materia di sicurezza, di ferie, di straordinari, finora sistematicamente violate.

I magazzinieri hanno iniziato la lotta. Ieri erano diverse decine, giubbe gialle che li differenziavano da quelle azzurre dei corrieri, al presidio convocato davanti alla Rai dal sindacato Sol Cobas. Sigla, quest’ultima, che ha promosso già diverse iniziative. I magazzinieri che prestano la propria opera nelle 4 sedi di Gls del Napoletano e per altre imprese della logistica sono circa 400. Fanno capo al consorzio Genesy e sono distribuiti tra le cooperative NextLog ed Unics srl ed alcune agenzie interinali. Tutte realtà – secondo Sol Cobas – riconducibili a due imprenditori: Francesco Spinosa e Luigi Cozzolino. Ieri i lavoratori hanno raccontato le proprie esperienze.

«Ho un contratto part time – ha detto Anna -che scadrà il 30 giugno e prevede 4 ore al giorno. Ne faccio però una, due, due e mezza e le altre non me le pagano. Ho chiesto di fare di più la mattina, mi hanno risposto che per le donne al mattino non c’è nulla da fare. Se va bene porto a casa in un mese 400 euro. A febbraio ne ho presi 297. Sono stata assunta da un’agenzia interinale, che si chiama Generazione Vincente. Prima ero stata contrattualizzata da un’altra agenzia. Mi occupo dello smistamento de pacchi sui carrelli. La mia paga oraria è di 6 euro e 20 netti. Ferie e malattia non sono retribuite».

Antonio, 25 anni: «Nel periodo di Natale ha lavorato anche per 14 ore di seguito. Straordinari senza fine, flessibilità e reperibilità esasperate, nessuna prospettiva di un contratto a tempo indeterminato. Un mio collega sta qui da un anno. Ebbene, per dieci mesi è risultato dipendente di un’agenzia, poi è stato assunto da un’altra agenzia per evitare che scattasse l’obbligo del tempo indeterminato».

Spinosa ha pubblicato una lettera. Toni a tratti paternalistici, l’affermazione di avere apportato «progressivi accorgimenti ai netti retributivi ed agli istituti riconosciuti». E, soprattutto, l’annuncio di azioni legali contro «pretestuose narrazioni relative a presunte violazioni dei contratti di lavoro». Salvatore Annuale (Sol Cobas) l’ha letta ieri pubblicamente e ha replicato: «Noi andiamo avanti e non ci intimidiscono le minacce. Né quelle di querele, né quelle dei padroncini che stanno cercando di convincere i corriere ad abbandonare il nostro sindacato».

Il 3 maggio è convocato in Prefettura un l’incontro del sindacato con Temi. Tavassi potrebbe chiedere che partecipino anche i fornitori per chiudere il primo accordo di secondo livello. Sol Cobas porrà sul tavolo anche la vertenza dei magazzinieri.