A Venezia è stato presentato ieri il programma delle rassegne di teatro, danza e musica per tutto quest’anno 2024. Un anno «delicato» quanto significativo, perché segna il passaggio di mano di tutte le direzioni di settore, e perfino della presidenza. Per cui ieri sono apparsi assieme coloro che negli ultimi quattro anni hanno curato iniziative e festival di teatro, musica e danza, assieme al nuovo presidente dell’ente, Pietrangelo Buttafuoco, che invece è stato di recente nominato dal ministro Sangiuliano, e al quale ora toccherà scegliere e nominare i nuovi direttori di settore per il prossimo quadriennio (cosa sulla quale il governo Meloni non è riuscita ancora a sorprenderci…). Quindi non c’è da stare molto tranquilli.

INTANTO si può godere (almeno in buona parte) di quanto gli attuali direttori ci stanno preparando. Ricci e Forte, per il teatro (dal 15 al 30 giugno) attingono innanzitutto ai numerosi artisti emersi dalla Biennale College, anche se ad avere vera versione scenica saranno Carolina Balucani con la regia di Fabrizio Arcuri e Stefano Fortin messo in scena da Giorgina P. La curiosità maggiore però viene dall’Australia, dove operano i vincitori del Leone d’oro alla carriera di quest’anno, i Back to Back Theatre che indagano in scena sulla disabilità. Leone d’argento invece al collettivo tedesco Gob Squad Theatre. L’inglese Tim Crouch lancerà una rilettura del Lear attraverso il personaggio del Fool. La presenza italiana è quella dei Muta Imago, con una rilettura cechoviana che affida tutte le battute del testo di Cechov alle Tre sorelle del titolo. Ci sarà Milo Rau, europeo sovrastimato che, incurante della ripetizione, applica lo stesso schema narrativo a tutte le possibili occasioni di ingiustizia e prepotenza, partendo questa volta da Medea…. Sicuramente affascinante sarà invece il ritorno dell’iraniano Kohestani, sempre intelligente e spettacolare, con la sua ultima creazione Blind Runner.A Buttafuoco, neo presidente le nuove nomine per il prossimo quadriennio
Quest’anno anche le altre sezioni hanno forse meno «smalto» rispetto alle attese, impressione che poi magari verrà smentita dagli spettatori in Laguna. Molti nomi nuovi negli ensemble convocati a Venezia. E per la danza (18 luglio-3 agosto) sono curiosi già i premi alla carriera: il leone d’oro va a Cristina Caprioli, performer e docente di lunga carriera, che oltre a presentare la sua novità The Bench, si dedicherà soprattutto alla formazione degli allievi della Biennale college per uno spettacolo da preparare assieme. Ma l’avvenimento che si promette più fascinoso è quello che il direttore della danza, Wayne McGregor, realizzerà con la propria firma nella platea della sala cinematografica del Festival al Lido, trasformata appunto in aula di danza e di invenzione, mescolando gli allievi veneziani con i professionisti della propria compagnia. Il Leone d’argento Trajal Haller aprirà e chiuderà il festival con due sue creazioni. Ultimi nomi da citare, per ora, Alain Lucien Oyen, noto per essere stato chiamato, all’indomani della morte di Pina Bausch, a coreografare per il Wuppertal Tanztheater; e poi Shiro Takani, che firma per i suoi Dumb Type la novità Tangent, altra coproduzione del festival.

RESTA LA MUSICA, quest’anno ancora sotto la direzione di Lucia Ronchetti. Dal 26 settembre fino all’11 ottobre, festival articolato in dieci sezioni, dedicato alla «musica assoluta». Gli appuntamenti (e i compositori «importanti») sono qui innumerevoli: dieci le sezioni, e in particolare i nomi che hanno dato corpo e timbro alla musica contemporanea.
I concerti e gli ascolti si sommano e si intrecciano in una vera grande kermesse, dove l’indagine scientifica è sempre intrecciata all’arte del sentire. Per un programma così fitto, ognuno potrà costruire in prima persona il proprio percorso d’ascolto sul sito della Biennale.org, dove il programma è scrupolosamente riportato.