Brutto colpo per il ministro Precettolaqualunque Matteo Salvini. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Usb e Cobas, Adl, Sgb, Cub e Al sulla precettazione a quattro ore dello sciopero del 15 dicembre, previsto invece di 24 ore.

L’ANNULLAMENTO dell’ordinanza del ministero delle Infrastrutture del 12 dicembre e la condanna a 1.500 euro di rimborsi ai vari sindacati di base per le spese processuali sono una sconfitta politica fortissima per il leader leghista e un toccasana per il diritto di sciopero, non solo nel settore del trasporto locale. Le dodici pagine di sentenza firmate dal presidente Giuseppe Sapone e dai giudici Chiara Cavallari e Massimiliano Scalise potrebbero avere conseguenze molto forti. La difesa del diritto di sciopero – «l’ingerenza politica è contemplata unicamente nei casi in cui, oltre al fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente dei diritti, sussistano e vengano adeguatamente esplicitate nel relativo provvedimento, la necessità e l’urgenza di provvedere», si legge nella sentenza – può portare ogni lavoratore che ha rinunciato alla protesta a chiedere i danni al ministero per un provvedimento illegittimo. E già molti avvocati sono pronti a raccogliere le richieste di indennizzo da parte di chi quel giorno fu costretto a lavorare dall’ordinanza di Salvini che, tracotante, come da copione tante volte ripetuto in un solo anno di ministero, si vantò di aver «difeso il diritto alla mobilità degli italiani».

IN REALTÀ Salvini ha compromesso il diritto costituzionale di sciopero e ora l’Usb può festeggiare: «Si è comportato più da Napoleone in miniatura e non da ministro della Repubblica in cui valgono le leggi e non i fuochi d’artificio a favore di telecamere per raggranellare qualche voto e qualche consenso in più – attacca il sindacato – . La sentenza ha sconfessato l’operato del ministro Salvini e ringrazia tutti quei delegati e lavoratori del Trasporto pubblico locale che hanno accolto l’invito di Usb a scioperare, rischiando anche sanzioni economiche e amministrative, difendendo il diritto di sciopero con la loro disponibilità a lottare per affermare i propri diritti», conclude l’Usb.

«Una sentenza che ci ricorda che con il diritto di sciopero, costituzionalmente garantito, non si può scherzare», festeggia la responsabile Lavoro del Pd Maria Cecilia Guerra.

NELLE DODICI PAGINE di sentenza, il Tar sottolinea come in quell’occasione «la Commissione di garanzia si limitò a un invito formale ai sindacati a evitare la rarefazione oggettiva dello sciopero» mentre «nulla ha ritenuto di raccomandare». In questo senso «l’autorità politica non può sovrapporti e sostituirsi alla Commissione nel valutare i presupposti per l’attività del potere di precettazione». E dunque Salvini non doveva intervenire.

La sentenza ha prodotto una reazione scomposta e fuori bersaglio da parte della Lega, tutta in difesa del suo acciaccato leader. «Per il Tar, evitare che il paese intero si bloccasse e che milioni di italiani rimanessero a piedi è un “eccesso di potere”. Per noi invece è una forzatura contro il buonsenso. Il ministro Salvini si è impegnato a ridurre uno sciopero per garantire il diritto dei pendolari e di tutti i cittadini a circolare liberamente. Questa è la linea e non cambierà. Siamo intenzionati a tutelare gli italiani, non il weekend lungo di Landini», scrivono i leghisti Elena Maccanti, Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti ed Erik Pretto.

LA DIMOSTRAZIONE DI IGNORANZA sindacale è lampante. La citazione di Landini e della Cgil è infatti improvvida. Solo due giorni fa lo stesso Tar del Lazio nella stessa composizione dei giudici ha bocciato il ricorso della Filt Cgil contro la precettazione a 4 ore dello sciopero nel trasporto ferroviario del 12 luglio a un solo giorno dallo sciopero. Nelle tredici pagine di sentenza, la differenza di giudizio si basa sulla pronuncia della Commissione di Garanzia che in quel caso valutò l’urgenza di intervenire per l’assommarsi di vari scioperi.

Una decisione contra la quale la Filt Cgil si appellerà al Consiglio di stato. «La discrezionalità con cui si decide se uno sciopero è giusto o meno è qualcosa di inquietante – denuncia il segretario generale Stefano Malorgio – . La Commissione di garanzia e il Tar non danno alcuna certezza rispetto alle norme». La Filt Cgil e la Uilt sono poi in attesa del pronunciamento del Tar sul ricorso contro la precettazione – ancora più grave – di Salvini dei lavoratori dei trasporti nello sciopero del 17 novembre: in quel caso si trattava infatti di uno sciopero generale, mai precettato fino a oggi.