Le cosiddette leggi sulla Concordia, approvate o presentate dai governi di coalizione di Pp e Vox nelle Comunità autonome di Aragón, Castilla y León e Valencia «potrebbero trasgredire l’obbligo dello Stato spagnolo di preservare la memoria storica da gravi violazioni dei Diritti umani»: questa la risposta delle Nazioni Unite in una relazione congiunta di varie entità dell’organizzazione (il Relatore Speciale sulla promozione della verità, la giustizia e la riparazione, il Gruppo di Lavoro sulle scomparse forzate, il Relatore sulle esecuzioni extragiudiziarie e l’Officina dell’Alto Commissario per i Diritti Umani), alla denuncia del governo spagnolo in merito alla legislazione contro la Memoria democratica che sta sorgendo nelle Comunità governate dalle destre.

Violazione dei diritti umani, invisibilizzazione delle vittime e violazione degli standard internazionali e dei Trattati internazionali sottoscritti dalla Spagna sono le caratteristiche di questa legislazione contraria ai valori della Memoria segnalate dall’Onu, che impongono al governo spagnolo di reagire, chiedendone la revisione urgente alle Comunità autonome implicate. Il governo spagnolo ha già minacciato di ricorrere al Tribunal Constitucional, se queste Comunità non vorranno riconsiderare la questione.

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La prima Comunità a derogare la propria legge di Memoria in vigore dal 2018, è stata Aragón, nel febbraio di quest’anno. In accordo col patto di governo regionale siglato tra Pp e Vox di revocare la legislazione a garanzia dei diritti delle vittime della Guerra Civile e del franchismo, il 20 novembre scorso, giorno dell’anniversario della morte del dittatore, le destre avviavano il processo di deroga della normativa. Il governo autonomico smetteva così di finanziare le esumazioni e i relativi studi genetici e antropologici dei resti riscontrati in oltre 1.000 fosse comuni sul territorio regionale. Un fenomeno che ha subito contagiato altre giunte regionali guidate dalle destre.

In particolare, nel mese di marzo, i gruppi parlamentari di Pp e Vox portavano alle Cortes di Castilla y León una proposta di legge sulla Concordia in deroga al Decreto sulla Memoria approvato dal governo precedente presieduto dal Pp. Nella futura legge ci si propone di proteggere e onorare la storia della Spagna dal 1931 al 1978, ossia dalla Seconda Repubblica eletta democraticamente fino alla fine della dittatura, senza che nel testo ci sia alcun riferimento di condanna al regime franchista. Simile l’offensiva di Pp e Vox nella Comunità valenciana, avviata a metà marzo, contro la legislazione regionale sulla Memoria, sostituendola con una legge sulla Concordia che abbraccia il periodo dal 1931 a oggi.

Il termine Concordia è stato scelto in opposizione alla riapertura delle ferite e all’impulso alla divisione di cui, secondo le destre, sarebbe portatrice la legislazione sulla Memoria democratica. Secondo l’Associazione per il Recupero della Memoria Storica si tratta piuttosto di una «grande operazione di normalizzazione del fascismo».
A livello dello Stato spagnolo, nel 2022 il parlamento ha approvato la Legge sulla Memoria Democratica che attualizza la prima Legge di Memoria Storica voluta da Zapatero nel 2007. La nuova normativa si basa sui principi della verità, della giustizia, della riparazione e della garanzia della non ripetizione e definisce, tra l’altro, la creazione di un Censo delle Vittime e il ritiro dei simboli della dittatura.

Da alcuni giorni, nel mausoleo franchista del Valle de los Caídos, su invito del governo spagnolo, i discendenti di una sessantina di repubblicani, i cui corpi furono trafugati dalle tombe originarie a insaputa delle loro famiglie, assistono, emozionati, all’opera di esumazione dei resti dei loro cari.