Quando si arriva a pagina diciassette del libretto delle cinquanta che contengono il testo e agli splendidi disegni di Ivano A. Antonazzo che arricchiscono il cd book, c’è un titolo che resta impresso: «Arte e manutenzione della memoria».

Meglio di così non si poteva dire. Parlare di partigiani, di Resistenza, di liberazione, nel momento in cui un torvo revisionismo pseudo storico semina sciocchezze avvelenate nelle menti di chi è più giovane (e non solo) è operazione che richiede arte del racconto, e pervasiva, accanita opera di manutenzione della memoria.

Ben venga allora un lavoro collettivo in questa direzione che incrocia saperi e arti diverse, ma alla fine costruisce un unico oggetto poetico sferzante: Partigiani sempre!, pubblicato da Nota Records.

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Partigiani con il coraggio del mondo nuovo

Le forze che si sono unite, qui, come seppero unirsi e trovare un modo di dialogare tanti apporti ideologici ed esistenziali nella Resistenza sono quelle messe assieme dagli Yo Yo Mundi di Paolo Enrico Archetti Maestri, il gruppo che già una ventina d’anni fa aveva lavorato sui temi crudi e palpitanti della Liberazione con Resistenza – La Banda Tom e altre storie partigiane.

Un lavoro collettivo che vede anche la partecipazione di Massimo Carlotto, Lalli, Maurizio Camardi

QUI IL GRUPPO piemontese ha scelto di contare sugli apporti della voce profonda e degli scritti di Massimo Carlotto, che ha portato in dote anche il brano inedito che intitola il tutto, Partigiani sempre!, sui fiati di Maurizio Camardi, pioniere dell’etno jazz che ha fatto risuonare il suono dolcissimo del duduk armeno, i suoi sassofoni, il tin whistle gaelico, il flauto armonico, Velia Mantegazza, che ha curato la regia dello spettacolo messo anche in scena su queste parole e musiche, Tinin Mantegazza, che ha illustrato un altro episodio di atrocità nazifascista, Lalli, splendida voce libertaria.

Il cuore di tenebra nero che ha dato la stura al tutto, qui, è il ricordo necessario della Benedicta, il più grande massacro di partigiani nella storia della Resistenza, sull’Appennino ligure, tra Genova e Alessandria, 7 aprile del 1944: morirono, nelle esecuzioni sommarie da parte delle milizie fasciste comandate da un ufficiale nazista, settantacinque partigiani, altri settantadue caddero in una disperata resistenza con poche e vetuste armi. Altri centonovanta furono deportati nel lager di Mauthasusen.

Quest’anno nella cerimonia dovuta da parte dell’amministrazione (di destra) di Genova non una parola sui fascisti, la Resistenza e sul fatto che si trattò di massacro a freddo per terrorizzare le vallate: il comunicato dice che «persero la vita», come si si fosse trattato di un incedente.

Per questo servono, in fondo, anche i dischi, la musica, il teatro, per la memoria. In Partigiani sempre! ce n’è a fiotti generosi, e intelligenti: troverete ad esempio, a sorpresa, Viva la Quinta Brigada, il brano del folksinger Christy Moore scritto per la Brigata Internazionale nella guerra di Spagna contro i fascisti di Franco, ma anche lo splendido e un po’ dimenticato inno di Emilio «Cini» Casalini, Dalle belle città. Manutenzione della memoria.