L’articolo 20 dell’Atto di governo 212, che questo pomeriggio (13 gennaio 2021) verrà votato dalla Commissione agricoltura della Camera – insieme agli Atti di governo 208, 209 e 211 – indicherà le modalità di iscrizione nel Registro della varietà coltivabili di un genere di vite geneticamente modificata «nel rispetto della legislazione comunitaria e nazionale in materia di Ogm».

I quattro decreti, proposti dal ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, con il pretesto dell’aggiornamento delle misure fitosanitarie per adeguarle alla legislazione Ue riorganizza il sistema sementiero nazionale aprendo – com’è evidente dalla lettura dell’articolo 20 – la strada alla diffusione degli Organismi geneticamente modificati e dei cosiddetti «nuovi Ogm», cioè gli ibridi ottenuti tramite le New breeding techniques. «L’Approvazione dei decreti sulle New Breeding Techniques (Nbt) costituirebbe un grave attacco alla nostra filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini, nonché la violazione della sentenza della Corte Europea di Giustizia che equipara nuovi e vecchi Ogm», segnala un cartello di organizzazioni contadine, associazioni impegnate per difendere qualità e salubrità dell’agricoltura italiana e sigle a tutela dei consumatori – tra le altre Aiab, Civiltà Contadina, Crocevia, Deafal, European Coordination Via Campesina, Slow Food e Terra!.

Denunciano il tentativo di aprire a nuovi e vecchi Ogm «per favorire un ristrettissimo numero di imprese» che «vogliono ottenere il controllo delle filiere agroalimentari ed intendono mettere agricoltori e consumatori davanti al fatto compiuto, con prodotti brevettati, non tracciabili e privi di certezze qualitative, violando il Principio di precauzione posto a garanzia della salute, dell’ambiente e della biodiversità, per di più in assenza di qualunque analisi d’impatto sul sistema agricolo nazionale».

Gli stessi 4 decreti hanno già ottenuto parere favorevole, lo scorso 28 dicembre, da parte della Commissione agricoltura del Senato, riunita in sordina e a ranghi ridotti per le festività. La discussione e le votazioni di questo pomeriggio, così, metterebbero un ulteriore tassello verso una normativa che permette di fatto la sperimentazione in campo non tracciabile di varietà di sementi e materiale di moltiplicazione ottenuti con le «nuove tecniche di miglioramento genetico» (Nbt) che sono a tutti gli effetti Ogm e come tali devono sottostare alle normative europee esistenti in materia.

L’appello ai decisori politici ricorda che il mondo contadino italiano «da due decenni è mobilitato per tenere i campi liberi da Ogm, mantenere in capo alle aziende la possibilità di produrre le proprie sementi e dare impulso al sistema agricolo». E che questa lotta continuerà perché scelte «strategiche come quelle sugli Ogm e Nbt dovrebbero incardinarsi su tavoli trasparenti e partecipati, e al riparo dalle ingerenze delle lobby biotech».