Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e la pm Cecilia Baravelli hanno chiesto ieri al Gip di archiviare il procedimento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e mancato rispetto dell’ordine di una nave da guerra contro Luca Casarini e Pietro Marrone. Il 18 marzo scorso il capomissione di Mediterranea e il comandate della Mare Jonio avevano partecipato al salvataggio di 49 persone. «Siamo soddisfatti, ma ce l’aspettavamo», dice Casarini.

La richiesta di archiviazione significa che avevate ragione?

Ormai siamo quasi abituati alla perversione politica per cui far del bene diventa un crimine e lasciar morire la gente sembra lecito, se si è ministri o si ha il potere. Questa vicenda riporta le cose alla realtà: chi salva vite non è un criminale. Chi fa morire le persone in mare o nei lager libici, invece, commette crimini contro l’umanità. È incredibile doverlo ricordare. Questo la dice lunga sul livello di manipolazione e rovesciamento prodotto da una certa politica, da Salvini a Trump.

Sarebbe l’ennesima volta in cui un procedimento contro chi pratica solidarietà viene prima mediatizzato e poi si sgonfia sull’uscio di un tribunale.

È vero, ma credo anche che il lavoro della magistratura porterà ad altre dimensioni giudiziarie nei confronti di Salvini. Questa è la madre di tutte le inchieste, perché è la prima. Da subito abbiamo inteso la nostra difesa come un’occasione per mettere sotto accusa chi stava costruendo un dispositivo micidiale. È dentro quel dispositivo che Salvini ha fatto ricorso ai decreti sicurezza per saltare le procure. Nel momento in cui ha capito che i giudici non gli giocavano di sponda, come in tutte le dinamiche autoritarie ha saltato la magistratura, avocando al governo la possibilità di decidere in maniera unilaterale attraverso i decreti sicurezza. La cosa davvero pazzesca è che quei decreti sono ancora lì, nonostante il nuovo governo sia nato con l’idea della discontinuità.

 

Sono ancora lì i loro decreti e ancora sequestrate le vostre navi.

Sequestrate in virtù del decreto sicurezza bis, per aver salvato centinaia di persone. L’ultima volta a settembre 2019: 98 naufraghi tra cui 22 bambini e 9 donne incinte. Persone torturate nei lager libici. Salvini ci ha sequestrato la Mare Jonio cinque minuti prima di togliersi i panni di ministro degli Interni, alle 23.50 del suo ultimo giorno. Un sequestro in via amministrativa che il nuovo esecutivo avrebbe potuto dichiarare illegittimo o revocare in autotutela. Ma non l’ha voluto fare, per codardia politica. Questo comportamento ha un’aggravante: ogni nave ferma in porto mentre c’è un esodo dal conflitto libico riduce le possibilità di salvare le persone ed evitare che vengano catturate e riportate in uno scenario di guerra. Codardia e convenienza la fanno da padrone, ma così non si va lontano. Bisogna essere coerenti nella vita, non si può parlare di discontinuità solo nei momenti elettorali. Su temi come questi ci si gioca l’anima.

In Emilia-Romagna il centrosinistra ha vinto anche grazie alla mobilitazione delle Sardine, nate sul rifiuto di odio e razzismo. Allora non è vero che tutelare i diritti dei migranti abbia per forza un costo elettorale.

Questo è un falso problema. Non bisogna chiedersi se paga o no. Il nodo è quale visione del mondo e di società portiamo avanti, per cosa lottiamo. Per avere credibilità bisogna combattere, bisogna rischiare qualcosa per riuscire a cambiare le cose. L’altro ieri è stata la Giornata della memoria. Il miglior modo di celebrarla è stato quello delle navi della società civile: hanno salvato 700 persone in fuga dai lager. È questa la battaglia da vincere, altrimenti tra tanti anni dovremo fare nuove giornate della memoria, dimenticando le nostre responsabilità attuali.

Salvini ha detto che denuncerà Conte e Lamorgese per sequestro di persona nella vicenda della Ocean Viking. Che effetto le fa questa battuta?

Lo stesso effetto di tutte quelle che spara un personaggio pericoloso, ridicolo e sgradevole. Salvini ha il dono di riuscire a mostrare tutto il suo cinismo di fronte a cose che significano vite umane, diritti, sofferenza. D’altronde usare la sofferenza come spot elettorale è ciò che ha sempre fatto. Comunque credo sia un po’ nervoso per l’Emilia-Romagna e le sue vicende individuali. A persone così interessa solo il potere.