I media cinesi si occupano in questi giorni delle previsioni della propria economia, per l’anno che verrà. Secondo il recente rapporto di Standard Chartered – pubblicato ieri dal Global Times – si prevede che il Pil della Cina rallenterà ulteriormente al 7,1 % nel 2015, rispetto ad un atteso 7,3 % nel 2014.

Si tratta di un tasso di crescita più moderato, accolto con un neologismo: «la nuova normalità cinese», espressione utilizzata in diversi discorsi anche dallo stesso numero uno Xi Jinping.

Nel terzo trimestre del 2014, la crescita sarebbe scivolata ad un minimo di 7,3 %, un tasso che non si vedeva dalla crisi finanziaria globale del 2008 e che sarebbe scaturita da un rallentamento del settore immobiliare, dall’indebolimento della domanda interna e dalle esportazioni instabili.

Il vero terrore per banche e Partito è stato il rischio di una bolla immobiliare che per ora sembra contenuta, ma che costituisce un potenziale motivo di grande disturbo per la situazione generale dell’economia nazionale.

Una minore crescita, secondo la leadership, salvo problematiche improvvise, dovrebbe consentire al paese una migliore qualità nell’ambiente produttivo ed economico, consentendo di concentrarsi sullo sviluppo del mercato interno.