Condizioni di vita disumane, sovraffollamento, servizi igienici scarsi. E famiglie con bambini costrette a dividere gli spazi con adulti estranei. E’ la descrizione che il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, fa dei centri maltesi in cui vengono rinchiusi i migranti. Una delegazione ha visitato le sei strutture presenti sull’isola lo scorso mese di settembre presentando ora un rapporto con valutazioni sugli esiti dell’ispezione che non lasciano spazio a dubbi: «Le condizioni in cui i migranti sono tenuti nei centri d’accoglienza e di detenzione – è scritto – appaiono rasentare il trattamento inumano e degradante a causa di una negligenza delle autorità», e in numerosi casi la situazione «è talmente problematica» da superare tale limite. Nel rapporto si chiede anche che «Malta con l’aiuto dell’Unione europea e dei suoi Stati membri adotti un sistema di gestione dell’immigrazione che rispetti l’umanità e dignità delle persone».

Il Cpt evidenzia che è dal 2004 che chiede alla Valletta di riformare il modo in cui gestisce i migranti senza però ottenere i risultati sperati. Le conseguenze di questo rifiuto, denuncia il rapporto, equivalgono a «trattamenti inumani e degradanti contrari all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo». I sei centri visitati sono il Marsa Initial Reception Center l’Hermes Block (Lyster Barracks), lo Hal Far Reception Center/China House, il Safi Detention center, il Floriana Police Station and Lock-Up e lo Zejtun Police Station, tutti gestiti da Awas, acronimo che, paradossalmente, significa Agenzia per il benessere di richiedenti asilo.

I centri dovrebbero essere strutture aperte, ma la realtà è diversa. Marsa, denuncia il Cpt, «è per lo più chiuso a causa delle autorizzazioni mediche che dovrebbero essere ufficialmente rilasciate entro sette giorni, impiegando invece diverse settimane o addirittura mesi, con il risultato che i migranti durante quel periodo sono de facto privati della loro libertà».Il centro di detenzione di Safi è invece costituito da due magazzini le cui condizioni materiali «erano pessime». con 22 persone stipate in 30 metri quadrati e «le 11 serie di letti a castello che occupavano la maggior parte dello spazio del pavimento». Non solo:« Le docce in entrambi i magazzini… erano sporche e non sempre funzionavano, mancavano i soffioni e l’area sanitaria era costantemente allagata… In Warehouse molti migranti hanno sottolineato che solo uno dei dieci bagni era in funzione al momento della visita della delegazione».

I rappresentanti del Cpt hanno provato a spiegare alle autorità maltesi che trattare in questo modo i migranti non serve a scoraggiarli: «I fattori che spingono i migranti a compiere viaggi così pericolosi sono molto più forti degli effetti dissuasivi che possono avere le dure condizioni in cui saranno tenuti a Malta», hanno spiegato. Del tutto inutilmente.