Domani comincia in Inghilterra e Galles la maratona elettorale delle amministrative. Sarà un prologo significativo alle incombenti elezioni politiche, la cui data non è ancora stata fissata ma che avranno verosimilmente luogo a settembre. 40 milioni gli aventi diritto. Tutto l’apparato amministrativo del paese sarà rinnovato compresa la polizia, i dieci sindaci delle maggiori città, Londra e relativa regione di Greater London in testa. Da eleggere sono anche 2.600 consiglieri locali, 37 commissari di polizia e anticrimine e i 25 membri della London Assembly, l’organismo che controlla l’attività del sindaco della capitale. Tutti ruoli che implicano il controllo e l’uso di decine di milioni di sterline in spesa pubblica in un periodo nefasto di crisi degli enti locali: per dirne una, il comune di Birmingham è in amministrazione straordinaria da febbraio dopo il suo fallimento (la cura? 300 milioni di sterline di tagli ai servizi).

CON I TRE FUNESTI LUSTRI di dominio conservatore che sembrano finalmente avviati a estinguersi, gli occhi sono puntati sul Labour e sulla sua performance. Il partito di Rishi Sunak sembra in rotta di collisione con la perdita di metà dei suoi councillors, i “consiglieri comunali”. Lo scenario non potrebbe essere più irriconoscibile: alle ultime local elections, nel 2021, i Tories – guidati da un ancora pimpante Boris Johnson forte di una somministrazione di vaccino anti-Covid organizzata meglio e prima di chiunque altro in Europa – si apprestavano a vincere diffusamente. Erano 10 punti avanti ai laburisti. Il resto è storia.

Osservando un tremebondo centrismo, e approfittando dell’horror show – la ridda di disastri della staffetta Johnson/Liz Truss – dei Tories, il successore di Jeremy Corbyn, Keir Starmer, si è faticosamente e pesantemente issato nei sondaggi, nonostante su tasse e spesa e Brexit e guerre e armi e Gaza rimanga indistinguibile da Sunak, il cui partito sembra avviato a perdere tra 400 e 600 seggi. Se ciò fosse, la possibilità che i Tories si rivoltino e azzannino Sunak con un tentato/suicida voto di sfiducia guadagna nuova concretezza.

Il sindaco Sadiq Khan
Il sindaco Sadiq Khan

OGGI IL LABOUR gode di un cospicuo vantaggio sui conservatori, un distacco di 19 punti. Questo autorizza a prevedere una buona tenuta del partito nei collegi più importanti, compresa una ripresa nel cosiddetto Red Wall, recentemente aggiudicatosi dei conservatori, ad esempio a Hartlepool. Viste le premesse, sarebbe sorprendente se qualcuno dei cinque sindaci in carica del Labour fosse spodestato. Andy Burnham a Manchester, Steve Rotheram a Liverpool, e Sadiq Khan nella Greater London hanno tutti vinto comodamente le loro precedenti elezioni e sono dati per favoriti.

Le regioni governate dal partito Conservatore sono più vulnerabili a incursioni laburiste, mentre il collegio di York e il North Yorkshire, quello del premier, sembra avviato a restare Tory. Per il resto, i laburisti sono credibilmente in corsa per aggiudicarsi dieci importanti municipi. A preoccuparli dovrebbe essere la condotta di Starmer su Gaza, che ha alienato gli elettori musulmani, laburisti da sempre. Da città settentrionali come Oldham, Burnley e Oxford ci si attende una reazione della sinistra orfana di Corbyn. I Libdem puntano a seggi Tory dopo due buone tornate elettorali consecutive; i Verdi puntano a Bristol, dove sono il primo partito.

OCCHI NATURALMENTE puntati sulla capitale, dove i candidati sindaco sono 13. Il luogo più ricco e più povero del paese, detestata nemmeno troppo cordialmente al nord in quanto a un tempo sifone e idrovora di risorse e stanziamenti pubblici di cui il resto del paese ha terribilmente bisogno, è governata dal laburista centrista Sadiq Khan, il quale – qualora ci sia ancora qualcuno a ignorarlo – è stato il primo sindaco musulmano di Londra. Si trova di fronte una candidata conservatrice, Susan Hall di una destra rozza quel giusto, in sella ai soliti asini di battaglia: lotta al crimine dilagante, immigrazione e ora, dopo le “rigide” misure ambientaliste introdotte da Khan – la detestatissima zona a traffico limitato Ulez (Ultra Low Emission Zone) – una guerra a difesa dei vecchi veicoli orribilmente inquinanti che trova il favore della sempre vasta coorte di automobilisti indigenti/attaccati alla propria auto e portafoglio. Per il resto, Susan Hall è una candidata bianca, etero, oggettivamente mediocre e una sua vittoria sarebbe davvero sorprendente.

Anche per questo, un po’ come il suo leader Starmer, che pare sospinto per inerzia verso una vittoria priva di slancio e di entusiasmo alle imminenti politiche, Khan si trova in una situazione analoga. Vincerà grazie al consenso rassegnato di chi l’ha votato finora (è in corsa per il terzo mandato) e anche alla mancanza di presa dell’avversaria sull’opinione pubblica.
Si vota dal mattino fino alle 17.30 pomeridiane. Gli ultimi risultati saranno resi noti sabato pomeriggio.