Nicola Fratoianni è molto amareggiato dopo il ritiro del candidato di mediazione suggerito nei giorni scorsi da lui e da Nichi Vendola, il giurista Nicola Colaianni. «Il centrosinistra diviso a Bari è un suicidio politico. Una scelta che rischia di rimettere in gioco una destra che altrimenti non avrebbe toccato palla». Eppure ormai questo esito pare inevitabile.

Questa mattina i due candidati, Vito Leccese e Michele Laforgia, si incontreranno per un ultimo tentativo di sintesi, ma si tratterà solo di un incontro di cortesia, per promettersi una campagna elettorale senza toni cruenti, in modo da potersi riunire in un eventuale ballottaggio con il leghista Vito Romito. «Di ritiri non si è parlato», mette a verbale Laforgia. «Decideremo se ci sono ancora margini per la sintesi oppure andremo divisi alle elezioni, cercheremo di capire in che modo», replica Leccese. Nessuno dei due è disposto fare un passo indietro in un possibile ticket guidato dall’altro. E del resto le liste vanno consegnate entro il 7 maggio, e Leccese è già concentrato sulla costruzione di quelle che lo sosterranno alle elezioni di giugno.

Acque agitate anche in regione Puglia. Ieri Michele Emiliano ha guidato un vertice di maggioranza senza i 5 stelle (usciti dalla giunta dopo il diktat di Conte). Un incontro interlocutorio che non ha partorito un rimpasto. Emiliano vuole ad ogni costo recuperare il rapporto con il M5S. E così nella nota che ha diffuso al termine parla della necessità di «favorire il dialogo tra Pd e M5S, nonostante questo momento elettorale».

Di qui la decisione di accogliere le richieste fatte da Conte l’11 aprile, il cosiddetto «patto per la legalità». Emiliano si impegna a firmare «un patto operativo che rafforzi i presidi di legalità e in particolare con la costituzione, sul modello del NIRS già esistente per la sanità, di un organismo di vigilanza analogo che operi anche agli altri settori della amministrazione, con la nomina di un coordinatore e di ispettori che setaccino ogni atto e ogni notizia suscettibile di accertamento di irregolarità». «In questo modo mi auguro che possa essere ricostituita la maggioranza progressista in Regione Puglia che ha ben operato in questi anni», dice il governatore.

A Schlein, che aveva chiesto con forza un «cambio di passo» nel governo regionale, Emiliano offre «l’indicazione di altissime figure che verranno proposte dai partiti e che rappresentino, rafforzandola, la storia dell’amministrazione regionale da sempre basata sull’ossequio sostanziale e formale della legalità». Di nomi ieri non si è parlato. Il governatore ha pochi margini di manovra: non vuole toccare i sei assessori provenienti dal consiglio regionale che «hanno ben operato e non sono toccati da inchieste».

Oltre alle due assessore dimissionarie (Maurodinoia e la 5S Barone) può muovere solo le due caselle “tecniche”, occupate dall’ex forzista Rocco Palese (Sanità), assai sgradito al Pd nazionale, e la titolare dell’Ambiente Anna Grazia Maraschio, vicina a Sinistra italiana. Ballano dunque quattro caselle in tutto. Su queste si lavorerà nei prossimi giorni. Con Emiliano in pressing sulla 5S Barone per un rapido rientro in squadra. Ma le altissime figure ancora non si sono materializzate.