Gli ispettori della Guardia costiera ci hanno messo 15 ore, dalle 9 di mattina alla mezzanotte di venerdì, per trovare motivi sufficienti a porre in stato di fermo amministrativo la Geo Barents. La nave di Medici Senza Frontiere, nuovissima e attrezzatissima, è da ieri bloccata nel porto di Augusta. Le sono state contestate 22 irregolarità di cui 10 legittimano la detenzione. Alla base la stessa logica utilizzata da maggio 2020: i naufraghi sono da considerare passeggeri e quindi le procedure di emergenza devono includerli.

«L’ispezione ha fatto emergere che i mezzi di salvataggio presenti a bordo, certificati dallo Stato di bandiera, sono sufficienti per un numero massimo di 83 persone a fronte delle 410 sbarcate», ha scritto la Guardia costiera. La Geo Barents, quindi, ha soccorso troppi migranti. Come sapere quante persone si salveranno e perché questo ragionamento non valga per le navi Sar dello Stato rimane un mistero nascosto dalla burocrazia. Tra i 22 punti segnati sul report del Port state control anche un rubinetto che gocciola. È stato contestato il carattere «sistematico» delle attività di soccorso nonostante, come per la Sea-Eye 4, fosse appena terminata la prima (e unica) missione.

Da sottolineare che, prima di mettere in mare la nave, Msf ha incontrato due volte la Guardia costiera chiedendo cosa dovesse fare per non incappare nel fermo amministrativo. Non ha ricevuto una risposta chiara, ma solo l’invito a rivolgersi allo Stato di bandiera, la Norvegia. Lo stesso della Ocean Viking, che invece fortunatamente non viene bloccata da quasi un anno. «Mentre detengono le navi delle Ong nel Mediterraneo si continuano a perdere vite», ha commentato Msf. Al momento sono cinque le navi umanitarie sottoposte a fermo amministrativo. Numeri record che neanche Matteo Salvini era riuscito a raggiungere.