Pochi giorni dopo la strage operaia in via Mariti c’erano Cgil e Uil a protestare, oggi davanti al cantiere Esselunga si ritrova invece il sindacalismo di base, che manifesta compatto per chiedere alle istituzioni e alle forze politiche di combattere, ben più seriamente di quanto stia accadendo, l’insicurezza sul lavoro.

Appuntamento alle 10 del mattino per una manifestazione organizzata dal coordinamento “Ogni giorno è il Primo Maggio”, pronto a denunciare: “La strage sui posti di lavoro continua e non accenna a rallentare. Il governo Meloni ha approvato un decreto che non produrrà alcun effetto concreto, e che non servirà né a colpire i responsabili, né a invertire la rotta degli incidenti e delle morti sul lavoro, provocate dalla catena dei subappalti”.

Il Primo Maggio quindi “non può essere una festa ma una giornata di lotta e protesta, che si inserisce in un contesto nazionale e internazionale di tendenza alla guerra, carovita alle stelle e dismissioni di aziende: tutti fattori che concorrono a rendere più difficile il contesto in cui ci troviamo a vivere”. Una giornata dunque in cui “rimettere in discussione la legge Biagi con le sue successive modifiche, tra cui gli appalti a cascata. Cancellare il Jobs Act, per eliminarne i suoi effetti nefasti sul mondo del lavoro. Stabilire poi una parità normativa, retributiva e contrattuale per tutte e tutti coloro che lavorano in un cantiere così come in qualsiasi altro luogo di lavoro”.

È necessario inoltre “cancellare la legge Bossi-Fini, per rompere il nesso tra contratto e permesso di soggiorno, che mette sotto ricatto centinaia di migliaia di lavoratori migranti. Infine introdurre il reato di omicidio sul lavoro, per costruire uno strumento di deterrenza efficace e concreto, e rafforzare la figura dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza. Perché nel nostro paese è diffusa una cultura padronale che vede in salute e sicurezza un costo, da ridurre all’osso per poter massimizzare i profitti”.

All’interno del coordinamento non solo i sindacati di base, dall’Usb ai Cobas alla Cub, ma anche altre realtà sociali, a partire dall’Assemblea 16 febbraio – giorno del crollo del cantiere Esselunga – che riunisce i tanti abitanti del quartiere più che critici di fronte al progetto di un centro commerciale al posto del vecchio Panificio militare: “La gente che abita qui ha sempre voluto un parco e a maggior ragione lo vuole ora – sottolinea Debora Landi dell’Assemblea – per cancellare quella speculazione immobiliare che prima progettava appartamenti per affitti turistici di lusso, e poi il centro commerciale”.

Nella piattaforma della manifestazione, a cui parteciperà anche il Collettivo di Fabbrica ex Gkn, ci sono infine i temi del diritto alla casa, e naturalmente dello stop a tutte le guerre. Un corteo autorizzato da giorni dalla Questura, con un percorso che da via Mariti andrà verso via Ponte di Mezzo, via Giovanni dei Marignolli e via Buonsignori, per tornare in via Mariti e arrivare alla fine in piazza Dalmazia.