Un sito in cui il contenuto è sovrano e i lettori sono protagonisti. Questo volevamo quando abbiamo lanciato il nuovo manifesto digitale un anno e mezzo fa e questo resta il nostro «piano editoriale». Semplice è bello. Il meno è il più (less is more). Niente pubblicità on line, tutti i contenuti gratis da subito dietro un paywall (l’offerta a pagamento oltre una certa soglia ai propri contenuti su Internet), un’unica redazione integrata carta/web/app, uso di sistemi open source o quasi, licenza creative commons e ricerca della massima leggerezza possibile in tutte le soluzioni tecniche.

Il tempo e i numeri dicono che l’esperimento è riuscito. Oggi il progetto editoriale immaginato dalla nuova cooperativa del manifesto, con la preziosa consulenza di thePrintLabs, fa un altro passo avanti.

Il nuovo sito su ilmanifesto.it e le nuove app per smartphone e tablet (tra qualche giorno) renderanno la vostra esperienza di lettura ancora più coinvolgente, senza rinunciare alla sobrietà e alla qualità radicale dell’informazione.

Nuove «copertine di sezione» che possono “settimanalizzare” la vostra lettura, homepage ridisegnata con temi curati e selezionati, innovazione grafica, nuova barra di navigazione centrata solo sui contenuti, un velocissimo archivio, nuovo store, nuove font, possibilità di aggiornamenti quotidiani e notizie ultimora a prescindere dall’edizione digitale della sera (che trovate sulla barra di navigazione in alto a sinistra, per esempio qui).

Non sono piccole cose quando si vogliono tenere sotto controllo i costi e offrire un servizio comparabile a quello di testate più grandi.

Livelli di pubblicazione più flessibili

Finora il nostro obiettivo editoriale è stato replicare su web e app l’edizione quotidiana del manifesto. Perciò un sito anomalo, con un unico grande aggiornamento attorno alla mezzanotte. Abbiamo cercato il privilegio del tempo lento dove tutto attorno invece è istantaneo e le notizie si leggono e si dimenticano dopo pochi clic.

Da oggi in poi introduciamo elementi di flessibilità in più, che consentiranno a noi e a voi di modulare l’informazione secondo il ritmo più adatto, dalla breaking news di una riga fino a dossier tematici e curati che restano nel tempo, veri «mini magazine» che consentono di approfondire al di là dello spunto quotidiano.

Il manifesto di carta e le edizioni sulle app in larga parte continueranno a coincidere. Il sito non più, si «sgancia» per navigare in modo più autonomo.

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Dall’homepage alla frontpage

Il 70% dei navigatori non visita la nostra homepage. Perciò, senza estremismi da nativi digitali o pessimismo cosmico, il cuore del sito è l’articolo singolo.

La pagina dell’articolo (come questa) è il «mattone» di cui è composto il manifesto digitale. Il pubblico si allarga – basti pensare ai social network – e la vera porta d’accesso al nostro sito è l’articolo. Perciò l’abbiamo ridisegnato donandogli profondità, freschezza, velocità, focus esclusivo sul contenuto, facilità di commento e condivisione.

È l’articolo singolo l’unica frontpage che molti di voi vedono del manifesto. È quello l’inizio (o la fine) della vostra esplorazione nel nostro mondo.

Perciò, in modi sottili che speriamo apprezzerete, a partire da qui e nelle copertine di sezione vi offriamo più spunti di lettura: articoli in evidenza (quelli che secondo noi dovreste proprio leggere), articoli collegati a quello che state leggendo (li trovate in fondo a ogni testo), articoli che in quel momento altri lettori trovano interessanti e stanno commentando, l’edizione giornaliera in cui quell’articolo è pubblicato.

Testo e contesto non solo per informarsi ma per poter approfondire secondo il proprio ritmo di vita e piacere personale.

Questo non vuol dire che l’homepage passerà in secondo piano. È la nostra momentanea impronta di bit nel mondo.

Tutto il sito del manifesto è responsive, cioè progettato per re-impaginarsi automaticamente su qualsiasi schermo, dal telefonino al desktop.

Abbiamo ridisegnato la barra di navigazione dedicandola solo ai contenuti, aggiornato la gerarchia delle varie sezioni/categorie, introdotto elementi importanti come le notizie ultimora, articoli in evidenza e articoli più letti negli ultimi tre giorni.

Abbiamo rotto la gabbia grafica dell’homepage con una grande citazione e soprattutto con una raccolta curata di articoli in blu che può variare a piacimento e che «accompagna» la nostra copertina. Un ulteriore livello di lettura sul fatto del giorno o della settimana.

La scelta del Whitney

Questa «rottura morbida» con il giornale in edicola è simbolizzata anche dalla nuova webfont scelta per i titoli e gli occhielli, il Whitney Condensed. Quando con thePrintLabs abbiamo iniziato a valutare le nuove font da utilizzare sul sito, il Whitney ci è sembrata la soluzione. Una famiglia di caratteri «senza grazie», compatta e molto leggibile anche in piccole dimensioni, che è stata progettata originariamente per indicazioni, didascalie e cataloghi del Whitney Museum di New York (da qui il nome).

È una webfont che senza essere protagonista spicca in pagine affollate e incoraggia la lettura. Per ridurre il peso del download e mantenere la leggerezza grafica, inoltre, abbiamo scelto di mantenere il Georgia per il testo degli articoli, visto che è una font di base universale.

Nuovo archivio e nuovo store

Una delle lacune più gravi di wordpress (il sistema di impaginazione del nostro sito) è l’arretratezza delle funzioni di ricerca.

Ricerca e archivio sono croce e delizia degli editori di tutto il mondo.

Rendere disponibile tutto quanto si è prodotto negli anni è fondamentale per noi e per i nostri lettori. Se il giornale di carta dura un giorno, Internet conserva la memoria per sempre.

Perciò accanto alla funzione normale di ricerca personalizzata (la lente in alto a destra), thePrintLabs ha progettato un nuovo sistema di archiviazione che potrà farvi trovare qualsiasi firma e qualsiasi categoria/sezione in un istante.

La funzione archivio, inoltre, è rafforzata e si trova in tutte le nuove «copertine di sezione» (politica, cultura, internazionale, etc.), in modo che si possa sempre trovare di tutto di più.

Anche il nuovo store, finalmente, consente di poter gestire la vendita di tutti i vari prodotti in modo semplice e immediato sia nel backend (noi) che nel frontend (voi).

Pagare per il web si può (e si deve)

Il sito del manifesto non cerca «traffico» da vendere in pubblicità. Vende abbonamenti. Forme e contenuti che i lettori devono essere disposti a pagare. Perciò abbiamo il dovere di offrire un prodotto ben fatto, onesto e trasparente. Dove ciò che leggi è scelto da noi per voi e non in base alle statistiche di traffico o i «mi piace» sui social network.

Non abbiamo alcun bisogno di piegare la nostra offerta in base ai clic. Ci interessano le persone, non i mouse: «Se non sei interessato a pagare allora dobbiamo ancora convincerti (e lo faremo). Intanto registrati e leggi gratis 15 articoli ogni due settimane». Degli 88mila lettori registrati sul sito solo il 3,5% è abbonato. È chiaro che se vogliamo convertire lettori in abbonati dobbiamo migliorare, e voi potete davvero aiutarci, scrivendoci e raccontando che cosa volete o pensate (lettere@ilmanifesto.it).

[do action=”citazione”]Con una certa sorpresa, infatti, siamo ancora soli nella strada tracciata l’anno scorso.[/do]

Nonostante vari annunci (per esempio il Sole 24 Ore e Rcs e Repubblica) , nessun editore italiano ha ancora adottato un paywall, cioè l’offerta a pagamento oltre una certa soglia di articoli su Internet.

A tutt’oggi in Italia lo fa solo il manifesto (all’estero è quasi la norma). Una caratteristica che forse ci penalizza nei numeri ma che siamo convinti sia l’unica strada (l’altra, i video e i banner pubblicitari, si sta rivelando un vicolo cieco) per rendere il digitale utile per un quotidiano che trova nell’edicola la sua forma principale di pubblicazione e ricavi.

Il futuro è infinito

A brevissimo partiranno anche le nuove app iOS e Android, fin dall’inizio parte integrante di questo progetto. Mentre per l’edizione italiana di Le Monde Diplomatique stiamo sperimentando un nuovo sistema che potrebbe consentirci uno sviluppo digitale serio e coerente anche per questo prestigioso mensile.

Alcune iniziative editoriali sono ancora in fase di progettazione. Perché non fare un manifesto anche in altre lingue, per esempio?