Come nel caso della Sapienza, anche il senato accademico del Politecnico di Torino ha approvato ieri una mozione sulla responsabilità della ricerca in caso di guerre ma meno fumoso di quello dei colleghi romani. Il PoliTo, che per sua natura ha un rapporto molto stretto con le aziende che si occupano di cybersecurity, come Leonardo, dichiara di impegnarsi «a sostenere il cessate il fuoco in tutte le situazioni di conflitto» e chiede «al rettore di farsi parte attiva alla Crui sui temi della pace e sul riequilibrio del finanziamento pubblico in favore di azioni strutturali per le università» ma riguardo ai rapporti con la ricerca israeliana o dual use la posizione rimane cauta. Il Politecnico assicura «massima trasparenza» sugli atti negoziali dell’ateneo e «piena osservanza dei principi dell’integrità della ricerca e dei doveri istituzionali, con particolare attenzione alla possibilità di doppio utilizzo delle tecnologie».

«Vuote promesse», dicono dal coordinamento composto da Cambiare Rotta, Progetto Palestina e sindacati come Usb, Flc e Cgil. Stamattina studenti e studentesse avevano raggiunto in corteo la sede della riunione per presentare il loro documento ma non sono stati fatti salire. Il vice rettore aveva offerto loro una mediazione che hanno rifiutato. Per il coordinamento, che si riunirà oggi in assemblea per discutere di come continuare la mobilitazione, «il senato si smarca da ogni responsabilità politica sulle sue collaborazioni con aziende ed enti che sostengono il genocidio del popolo palestinese e conferma la posizione sugli interessi bellici».

Intanto anche alla Federico II, la Rete studentesca per la Palestina ha montato diverse tende, «ci uniamo alle proteste di Bologna e Roma, che riguarderanno anche altre città italiane, in supporto al popolo palestinese e inorriditi dall’invasione di Rafah e dai bombardamenti di questi ultimi due giorni», spiegano ricordando che lo scorso 12 aprile, «dopo aver occupato l’università il rettore aveva promesso che avrebbe risposto con i fatti rispetto alla sua fuoriuscita dal comitato tecnico scientifico della fondazione Med-Or ma non si è pronunciato».

Mentre ad Ancona, il rappresentante degli studenti dell’Università politecnica delle Marche, Gianluca Ferri, durante l’intervento alla cerimonia di apertura dell’anno accademico, ha srotolato una bandiera della Palestina: «il consiglio studentesco ha chiesto all’unanimità l’immediata interruzione dei rapporti con le università israeliane».