La Conferenza di organizzazione per lanciare l’Agenda cooperativa per il paese. Legacoop cambia e vuole contare di più. A un anno dalla sua elezione, il presidente Simone Gamberini lancia le sue idee per far percepire il movimento cooperativo per quello che realmetne è : 10% del Pil – di cui Legacoop rappresenta almeno il 40% – rinverdendo allo stesso tempo i valori originari dei cooperatori, una storia di 140 anni di solidarietà, uguaglianza e territorio.

Dunque lunedì 15 e martedì 16 Legacoop terrà la sua Conferenza di organizzazione per sancire il suo cambiamento interno e di orizzonte per arrivare a ottobre alla Biennale dell’economia cooperativa da Bologna pronta a presentare alla politica e alle istituzioni tutte le proposte per innovare il modello sociale dell’Italia.

Sapendo che comunque governo e parlamento avranno comunque a che fare con le sfide della cooperazione visto che dovranno approvare l’Action Plan del dicembre 2021 della Commissione europea che mette al centro il modello cooperativo come strumento migliore di economia sociale per affrontare la transizione tecnologica ed ecologia.

Il «mettersi insieme» rappresentato dalla cooperazione è il modo migliore per gestire la crisi energetica – grazie alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) con cui tutti i cittadini possono diventare produttori – così come le aree interne combattono lo spopolamento grazie al rapporto fra cooperative – financo di medici di base – costruendo vere filiere sul territorio.

Legacoop ha dato un segnale decidendo di rinnovare i contratti della Vigilanza e della Cooperazione sociale «garantendo il recupero del potere di acquisto ai lavoratori quasi tutti soci, ma ora chiede al settore pubblico di alzare le tariffe di questi servizi che sono in pratica interamente costo del lavoro», spiega Gamberini, chiedendo «una legge sulla rappresentanza».

Che non dimentica il tema dei migranti: «Servono anche per combattere il calo demografico e la mancanza di manodopera, ma servono canali aperti».