Calciofili d’acciaio, portatori sani di pazienza, che non avete lanciato dalla finestra il pallone italiano, mettetevi comodi. Anzi, andate al mare, anche ad agosto. C’è il rischio che non perderete neppure un minuto della squadra del cuore. Tra secchielli, palette e abbronzatura forse non ci saranno neppure i calendari. Di Serie A, B, Lega Pro, Serie D. A vostra scelta. È tutto in alto mare. E non è di sicuro finita qui, non essendoci limite al peggio, come ha detto dopo l’esplosione del Cataniagate il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il capo della Procura della Figc Stefano Palazzi ha acquisito gli atti dell’affaire delle cinque- sei partite (Varese, Trapani, Latina, Ternana, Livorno) che sarebbero state accomodate dalla dirigenza del Catania per evitare la Lega Pro con due punti di vantaggio sulle retrocesse. Il rischio di illecito sportivo è concreto, se i fatti saranno confermati, non solo per il club siciliano ma anche per le società che avrebbero venduto le partite.

Il Catania, con sei dirigenti coinvolti nello scandalo, dovrebbe finire, è una delle ipotesi, in Lega Pro, mentre i club coinvolti dalle partite truccate da alcuni dei propri tesserati rischierebbero una penalizzazione nella loro categoria, per responsabilità oggettiva. Con Palazzi e i suoi impegnati con i processi sportivi sino ad agosto, compreso quello che emerge e verrà fuori dal filone di Catanzaro, con la Lega Pro in guai seri. E non vanno messi in panchina i guai finanziari di parecchie società così da ridisegnare il mosaico dei vari tornei, tra retrocessioni d’ufficio e ripescaggi.

Come il Brescia, che entro fine mese che dovrebbe ottenere nuovamente la Serie B – era retrocessa al termine dell’ultimo campionato – dopo il mancato salvataggio del Parma, finito in D senza salvatori della patria.
I lombardi avanti rispetto a Lecce e Ascoli: i marchigiani non possono essere ripescati – club è rinato nel 2014 dopo un fallimento -, ma guardano con fiducia alla situazione del Teramo, a rischio retrocessione per illecito sportivo, secondo i fascicoli aperti dalla Procura di Catanzaro sulla Lega Pro con l’operazione Dirty Soccer.

L’Ascoli, secondo in Lega Pro, si sente parte lesa e quindi meritevole di prendere il posto lasciato dagli abruzzesi. Senza contare che il torneo di terza divisione, falsato tra promozioni dirette e squalifiche ridotte dal Collegio di garanzia dello sport del Coni a 48 ore dall’inizio dei playout – il caso della Reggina – andrebbe annullato immediatamente, considerando anche la situazione di Messina – Ischia 1-1, Lega Pro girone C, con coinvolgimento di presidente (Pietro Lo Monaco), amministratore delegato e direttore sportivo del club siciliano.

Responsabilità dirette, condanna probabile. Allo stato attuale però la B rischia lo slittamento più degli altri campionati.
La partenza dovrebbe avvenire il 21 agosto, Palazzi potrebbe rinunciare agli interrogatori, anche perché molti indagati sono agli arresti domiciliari e pare che in giro non ci sia tutta questa voglia di attivare la memoria con la giustizia sportiva. E quindi procedere solo con i deferimenti in base alle carte che arrivano dalle varie – un esercito – Procure italiane. Questo è l’auspicio di Andrea Abodi, numero uno del calcio di B, che si è detto «sgomento» per il Cataniagate, aggiungendo che il fatto sarebbe circoscritto, e «la responsabilità è individuale»: paga chi sbaglia. Ma il punto è che sbagliano in troppi. E da troppo tempo.