Oggi il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) si esprimerà sulla collaborazione con Israele a ricerche di uso “duale” civile e militare. La richiesta viene dai ricercatori dell’ente, che rilanciano l’appello firmato da quasi duemila accademici italiani per la sospensione del finanziamento del Ministero degli esteri per ricerche congiunte tra i due Paesi. Nelle poche ore in cui la proposta è rimbalzata da una casella email all’altra in vista del CdA di oggi, i ricercatori che hanno aderito alla richiesta si sono moltiplicati, segno che il tema è sentito all’interno. Nicola Fantini, che rappresenta il personale dell’ente di ricerca, si è impegnato a porre la mozione all’attenzione della riunione del Cda di oggi.

«Deve essere chiaro che non c’è nessuna forma di boicottaggio degli studiosi israeliani», dice il fisico Luca Galantucci, uno dei ricercatori che promuove l’iniziativa. «Nessuno ha chiuso i ponti con gli scienziati con cui eravamo in contatto – prosegue – ma quando si fa ricerca non si possono ignorare le sue ricadute. Intendere la ricerca come libera e astratta, senza considerare le sue conseguenze, mi sembra un modo pericoloso e immorale di intendere il nostro lavoro».

Il rischio è che le tecnologie sviluppate per usi civili nel campo dell’ottica e dell’elettronica – uno dei settori contemplati dal bando – poi vengano applicate a scopo militare «come è già accaduto con i droni sviluppati e perfezionati grazie al bando dello scorso anno». Nell’area di ricerca Cnr di Bologna ieri si è tenuta un’assemblea del personale in cui, oltre all’adesione all’appello, è stata proposta l’introduzione di un «bollino» che indichi ai ricercatori chiaramente i bandi di ricerca di uso duale.

La richiesta di sospendere la collaborazione scientifica con Israele è già stata esaminata da varie università, da Torino a Bologna. Ma nel frattempo è emersa l’importante novità della risoluzione Onu per un cessate il fuoco a Gaza, finora ignorata da Israele. In occasione di altre violazioni del diritto internazionale il Cnr non ha esitato: pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, ad esempio, la presidente dell’ente Maria Chiara Carrozza ha annunciato la sospensione degli accordi e delle missioni con la Russia. Carrozza non ha voluto chiarire al manifesto se oggi seguirà lo stesso orientamento.

Le collaborazioni tra Cnr e Israele sono numerose e non si sono fermate nemmeno con le bombe su Gaza. Il 20 febbraio, mentre le vittime palestinesi erano oltre ventimila, Cnr e Israel Science Foundation hanno annunciato una nuova linea di finanziamento per l’organizzazione di incontri tra scienziati dei due Paesi, senza distinzioni per i settori «dual use». Tra quelli avviati prima del conflitto a Gaza, l’accordo di cooperazione più importante riguarda il Cnr e il Weizmann Institute di Tel Aviv, che impegna Italia e Israele a finanziare programmi congiunti tra i due istituti. Secondo il sito del Cnr, l’ente collabora anche con le università di Tel Aviv, di Gerusalemme e del Negev e con il Technion di Haifa.

Nel frattempo continua anche la mobilitazione negli atenei contro la ricerca a scopo militare. Dal 3 al 10 aprile studenti, ricercatori e docenti annunciano una settimana di iniziative e chiedono le dimissioni dei rettori dal comitato tecnico-scientifico di Med-Or, la fondazione del gruppo Leonardo – la principale holding militare italiana – dedicata a Nordafrica, Medio ed Estremo oriente. Per tutta risposta, il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ieri ha firmato un protocollo d’intesa con il presidente della Fondazione Marco Minniti per sostenere il ministero nell’attuazione del Piano Mattei.