Con quasi 177mila associati distribuiti in circa 2mila gruppi locali l’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) è una delle principali espressioni del laicato cattolico in Italia. Nata nel 1974 dalla fusione fra Asci e Agi (i rami maschile e femminile dello scoutismo cattolico nati rispettivamente nel 1916 e nel 1943), l’Agesci – scrive lo storico Massimo Faggioli nella sua Breve storia dei movimenti cattolici – è improntata «a una cultura politica progressista, democratica e a chiare lettere antifascista e a un rapporto di lealtà nei confronti della Chiesa cattolica, ma senza le obbedienze gerarchiche dell’Azione cattolica»: per esempio rimase piuttosto fredda verso le «chiamate alle armi» in occasione del referendum sul divorzio del ’74 ed è sempre stata refrattaria a tutti i richiami episcopali sull’unità politica dei cattolici nella Democrazia Cristiana. Fedele alla linea del Concilio Vaticano II, la “missione” dell’associazione è l’impegno educativo verso bambini e giovani.

«Lo stile democratico dell’Agesci ha caratterizzato tutto il percorso che ha portato alla stesura della Carta del coraggio, durato quasi un anno», spiega Sergio Bottiglioni, incaricato nazionale della branca rover e scolte (i ragazzi e le ragazze scout di 16-21 anni).

In una prima fase i gruppi locali di rover e scolte hanno caricato su una piattaforma informatica i loro contributi, sulla base dei quali è stata predisposta una bozza della Carta. Nel mese di luglio e dall’1 al 6 agosto, lungo i 456 percorsi che i gruppi hanno fatto dirigendosi a San Rossore, la bozza è stata discussa ed emendata. Quindi ciascuna delle 456 route (259 al nord Italia, 127 al centro, 70 al sud), a cui partecipavano mediamente 50-70 scout, ha eletto un delegato («alfiere»). A San Rossore, in tre giorni di lavoro, il parlamentino di 456 scout 16-21enni – rappresentanti di una platea di circa 30mila – ha redatto la versione definitiva della Carta che domenica è stata consegnata a Bagnasco – presidente della Cei, quindi massimo rappresentante istituzionale della Chiesa italiana – e a Renzi.

Si tratta di un documento nato dal basso con un’ampia partecipazione, ma che non è ancora un documento ufficiale dell’Agesci, anche perché molti temi, soprattutto quelli di natura ecclesiale legati alle questioni etiche, sono piuttosto controversi: dal concetto “estensivo” di famiglia all’omosessualità (negli Usa, per esempio, i Boy scout of America escludono i gay dichiarati; nel Regno Unito i documenti ufficiali degli scout spalancano loro le porte: «Va bene essere gay e scout», «va bene essere gay e capi scout», si legge; in Italia la riflessione è in corso da qualche anno). Il Consiglio generale dell’Agesci inizierà a discuterlo dopo l’estate e valuterà quali posizioni assumere, su queste e su altre questioni sollevate dal documento.[