Con un colpo a sorpresa Syriza ha deciso in extremis di evitare le elezioni primarie per una nuova leadership e lasciare all’attuale presidente Stefanos Kasselakis il compito di affrontare la dura prova delle elezioni europee. L’improvvisa svolta è avvenuta pochi minuti prima della fine dei lavori nell’ultimo giorno del congresso del partito della sinistra greca che si è tenuto ad Atene.

Tre dirigenti rispettati e seguiti con attenzione dai militanti del partito hanno preso inaspettatamente la parola per chiedere a Kasselakis e alla sfidante alla presidenza, Olga Gerovassili, se insistevano nel voler competere oppure preferivano annullare la competizione. Ambedue si sono dichiarati in favore dello status quo, valutando il pericolo molto realistico che una nuova gara per la presidenza, solo cinque mesi dopo l’affermazione di Kasselakis, potesse portare a una catastrofe alle elezioni per il Parlamento europeo.

Il presidente di Syriza non ha nascosto la sua soddisfazione. È riuscito a far tacere i suoi oppositori dentro il partito almeno fino alle elezioni. Certo i sondaggi, per quel poco che contano, mostrano un partito che prende meno voti rispetto ai socialisti del Pasok.

Perde quindi il posto di prima forza di opposizione, riconosciuta e privilegiata dal sistema politico greco. Ma è anche vero che il sistema Mitsotakis sta perdendo buona parte della sua onnipotenza, attaccato duramente dagli agricoltori, dagli studenti e professori che vogliono bloccare la privatizzazione delle università. Ma anche da medici e infermieri e in generale dai cittadini che tra inflazione, carovita e distruzione dello stato sociale sono tentati di punire il “salvatore della patria”, secondo la propaganda governativa, rafforzando a Strasburgo i deputati dell’opposizione.

Se quindi Syriza sembra aver evitato una debacle senza precedenti, Kasselakis ancora non è riuscito a spiegare bene cosa vuole fare per rafforzare questo partito. Dopo le elezioni europee ci saranno nuove primarie, come ha chiesto Tsipras? Il presidente non l’ha chiarito e si è limitato a dire che Tsipras ha sbagliato a proporle proprio ora.

Riguardo al Syriza che vuole costruire, Kasselakis insiste nel sognare vagamente una piccola imitazione del Partito Democratico americano, scontrandosi continuamente con i quadri di Syriza che non hanno seguito gli scissionisti della Nuova Sinistra. Si spera che almeno alle elezioni abbia un gestore americano della campagna preelettorale, migliore di quello di Mitsotakis, che finora ha fatto miracoli.