Mazzette, prostitute, video hard, ricatti, business internazionali. È questo il nuovo capitolo della saga Berlusconi-Lavitola e che allarga lo scenario anche a una delle imprese più potenti del nostro paese l’Impregilo.

Ieri l’ex direttore dell’Avanti è ritornato a Poggioreale scortato dalla Digos, dopo che solo qualche settimana fa aveva ottenuto i domiciliari per la condanna a un anno e 4 mesi inflitta, a seguito dell’estorsione al Cavaliere, dalla Corte di Appello napoletana. Ora si apre un nuovo faldone per i fatti che risalgono all’agosto del 2011 in occasione della visita dell’ex presidente del consiglio a Panama e che riguardano due presunti comportamenti illeciti del faccendiere. Lavitola avrebbe infatti filmato Silvio Berlusconi durante dei rapporti sessuali con prostitute che egli stesso avrebbe procurato e quindi ricevuto 50mila euro di tangenti per una ipotetica mediazione con il presidente panamense Riccardo Martinelli, ricattando poi i vertici dell’Impregilo.

Secondo le testimonianze rese ai pm napoletani Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock dell’imprenditore Angelo Capriotti, l’ex direttore dell’Avanti avrebbe infatti portato al Cavaliere, come avvenuto in Brasile, delle «ragazze mercenarie» riprendendone di nascosto le gesta per poi ricattarlo. Non solo. Capriotti sostiene anche che le registrazioni sarebbero state a loro volta rubate da Mauro Velocci, l’imprenditore che avrebbe dovuto costruire le carceri modulari nel paese del Centroamerica. Quest’ultimo ex presidente del consorzio di imprese italiane, lo Svemark, coinvolto egli stesso nel giro di tangenti internazionali, avrebbe quindi affermato di avere nelle proprie mani dei video che ritrarrebbero Martinelli mentre tira cocaina. In un incrocio di reciproche accuse e veleni secondo le dichiarazioni di Capriotti «Velocci si sarebbe sentito molto potente dopo avere svuotato i computer e i telefoni di Lavitola».

Ma in questa intricata storia va ricordato che Angelo Capriotti è stato arrestato a marzo. Titolare del consorzio Sve era il datore di lavoro di Nicla Devenuto ex moglie di Giampaolo Tarantini, ed è accusato per una presunta maxievasione da 35 milioni di euro, coinvolto nelle inchieste per le consulenze della Selex, una società della Finmeccanica. Berlusconi invece non è indagato perché considerato «vettore inconsapevole», mentre il suo avvocato Nicolò Ghedini ci ha tenuto a sottolineare che i video non esistono: «Non c’è nessuna immagine, noi smentiamo tutto».

Ma ieri Lavitola è stato accompagnato in carcere anche per le minacce rivolte ai vertici dell’Impregilo. L’ex latitante avrebbe infatti richiesto, nel suo ruolo di mediatore tra Martinelli e l’impresa italiana, la costruzione di un ospedale (costo un miliardo e mezzo di euro) in cambio dell’appalto per la realizzazione della metropolitana a Panama city. L’opera sarebbe stata in seguito aggiudicata da una società brasiliana, ma secondo le accuse a questo punto Lavitola avrebbe preteso in ogni caso la costruzione del nosocomio minacciando ritorsioni di ogni genere e chiedendo al leader di FI una mediazione. Agli atti su questa questione vi è anche un’intercettazione telefonica tra Berlusconi e l’allora presidente Impregilo Massimo Ponzellini avvenuta il 2 agosto del 2011 nel quale l’ex premier si esprime così: «Sulla questione ospedali dovete trovare l’accordo con Panama. Altrimenti il presidente del Panama rilascerà alle 19.30 di questa sera ora panamense una dichiarazione per bloccare l’opera di Impregilo sullo stretto con grave tracollo pensano conseguente in borsa per Impregilo. Io ti passo l’informazione così come me l’hanno lasciata scritta a seguito questo qui è quel tale Lavitola, no, amico del presidente di Panama. Mi ha telefonato sei volte, mi ha trovato alla fine mi ha lasciato detto questo».

Ponzellini a questo punta ringrazia affermando di avere alle 7.30 del giorno dopo un incontro con Gianni Letta. La mattina seguente sarà egli stesso a contattare l’ad Rubegni per informarlo di aver ricevuto una «sfuriosa» telefonata del presidente Berlusconi.