Ci ha lasciato ieri, a 76 anni, Piero Manni. Un compagno ribelle, caparbio, un uomo gentile, sereno e coltissimo. La sua avventura è cominciata con la compagna di una vita, Anna Grazia D’Oria, dal ’68 come per molti di noi, per poi partire a metà anni Ottanta alla ventura con una navicella.

 

Una piccola, ma preziosa e quanto mai ricca di iniziative, casa editrice che da allora porta il suo nome, Manni editori. La sua cultura derivava da una conoscenza profonda del territorio – il Salento, la sua terra d’elezione -, della sua storia e lingua come testimoniano il suoi testi di rigorosa scuola demartiniana. Fino all’ultimo da lui curato, gli scritti di Trotula de Ruggiero, scienziata e medica dell’XI secolo.

Militante politico fu non solo consigliere regionale in Puglia di Rifondazione comunista, fu anche un assiduo sostenitore de il manifesto – solo un mese fa ci inviò due abbonamenti sostenitori – oltre che grande amico di molte compagne e compagni del gruppo fondatore della nostra impresa. Famosa la sua decisione, di fronte alla scelta della Bolognina, di editare nel ’91 come controproposta poetica, Mozione dei poeti comunisti ( a cura di Anna Grazia D’Oria); e nel 2003, di fronte ai nuovi movimenti emergenti, l’indimenticabile Non ci sto!: appunti per un mondo migliore, dialogo tra Pietro Ingrao e Alex Zanotelli.

Il manifesto trovava nelle sue sollecitazioni sempre un punto di vista interno e partecipato, per il quale Piero, sempre vicino, solidale e spesso critico, non si risparmiava mai. Come quando volle a tutti i costi pubblicare la nostra storia, compendiata nel volume scritto da Valentino Parlato La rivoluzione non russa; o come quando, convinto, editò il saggio sulle foibe dello storico e scrittore Giacomo Scotti, schierato contro il revisionismo storico che già imperversava.

Per intenderci sulla ricchezza rappresentata dalla Manni editori, vale la pena ricordare che pubblica ancora l’unica vera rivista di poesia e letteratura ancora esistente in Italia L’Immaginazione; e che tra gli anni Ottanta e i Novanta è stato l’editore, nella collana «La scrittura e la storia. Poeti contemporanei» curata da Romano Luperini, di opere originali di Edoardo Cacciatore, Mario Lunetta, Francesco Leonetti, Giorgio Caproni, Mario Luzi, Alfredo Giuliani, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti, Paolo Volponi, Andrea Zanzotto.

«Il vuoto che lasci è tremendo, ma ci hai insegnato così tanto, e sei in ogni nostro libro – quelli fatti, quelli immaginati e mai realizzati, quelli che hai scritto e tradotto e curato, e in quelli che hai inventato negli ultimi giorni e su cui hai scocciato fino all’ultimo perché ci lavorassimo! – che ti ritroveremo per sempre dappertutto»: questo è il saluto che appare sul profilo della Casa Editrice Manni. Con la promessa di uno spazio più significativo, che non questa breve nota, per ricordarlo nei prossimi giorni, a questo saluto si associa con un abbraccio fortissimo ad Anna Grazia, ad Agnese, a Grazia e a Daniele, il collettivo della redazione de il manifesto.

Oggi alle 16 l’addio presso il piazzale dell’Ostis di San Cesareo (Lecce).