Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, dà una valutazione positiva dei primi giorni di Enrico Letta da leader del Pd: «Bene che si rilanci la costruzione di un’alleanza plurale e larga – dice – Ci sono le condizioni per lavorarci».

Facciamo un passo indietro. La nascita del governo Draghi sta ridisegnando il sistema politico? Ne uscirete come ne siete entrati?
Non penso che ne usciremo uguali. Il primo effetto è stato un terremoto nel campo del centrosinistra e del M5S e un rilancio della destra. Era prevedibile perché questo governo sposta l’asse della maggioranza verso destra. Per questo occorre lavorare per il dopo, costruire un’alternativa alle destre. È più urgente di prima.

Letta che prospettiva apre?
Apre una discussione. L’esito dipende dalla qualità dei contenuti e da come li definiremo. Occorre un confronto tra le forze politiche ma anche con le tante esperienze civiche del paese. Noi ci siamo, con le nostre idee e le nostre proposte.

Quali, in particolare?
Affrontiamo l’emergenza ma discutiamo di cosa accadrà dopo. Una riforma progressiva del fisco e una patrimoniale sulle grandissime ricchezze. Guardiamo alla Spagna, dove un governo di sinistra propone la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario fino 32 ore per quattro giornate lavorative settimanali. È una proposta che incrocia questioni del lavoro e ambientali, come la riduzione delle emissioni. E poi salario minimo e Ius soli, anche se con questa maggioranza è complicato che passi. Serve una piattaforma che definisca in modo chiaro l’alternativa tra noi e la destra.

Letta nel suo discorso di insediamento ha detto una cosa non scontata: ok all’alleanza col Movimento 5 Stelle, ma al momento non sappiamo cosa diventerà.
Cosa sarà il M5S, che oggi è impegnato in una rigenerazione con Conte, è difficile dirlo. Ma è compito di tutti lavorare fin da subito perché la rigenerazione dei 5 Stelle stabilizzi e qualifichi l’alleanza a cui lavoriamo. Fino a oggi è stata l’oggetto di un’evocazione. Su molte cose la discussione va significativamente approfondita.

Con questo governo sta emergendo anche l’ambivalenza del concetto di «transizione ecologica»: rischia diventare solo una forma di ristrutturazione capitalista.
Questo rischio si accompagna alla discussione sulla transizione non da oggi. È un grande tema che ruota attorno al capitalismo e le sue prospettive. Anche di questo bisogna fare una delle questioni centrali nella definizione del programma, mi pare del tutto evidente che non potrà essere questo il governo che avvia una transizione ecologica che vada nella direzione auspicata. Dobbiamo fare i conti con la situazione attuale pensando alla ricostruzione di un campo di alleanze e a un programma che ne definisca l’anima. Sono il primo a dire che le alleanze sono necessarie, ma perché questo impegno produca un risultato positivo serve un cambio di passo.

Con che legge elettorale? Su questo Letta fa un passo indietro rispetto a Zingaretti, rilanciando il maggioritario.
Noi continuiamo a pensare che una riforma proporzionale che restituisca agli elettori alla possibilità di scegliere gli eletti sia la soluzione migliore. Il maggioritario ha prodotto un degrado nel dibattito pubblico e peggiorato lo stato della nostra democrazia.

Come si muove in questo contesto Sinistra italiana?
Sinistra italiana in questo momento cresce, crescono gli iscritti e la partecipazione. Credo sia la risposta alla scelta politica che abbiamo fatto, non votare la fiducia a Draghi e contestualmente di rilanciare le ragioni di un’alleanza per l’alternativa. Per questo, da qui, non ci chiudiamo in uno spazio autoreferenziale ma continuiamo il confronto con ciò che si muove attorno a noi.

Come vedete la ripartenza proposta da Elly Schlein?
Mi pare che proponga uno spazio trasversale a partire dal quale costruire convergenze. Noi abbiamo le nostre proposte, a partire da patrimoniale, riduzione dell’orario di lavoro, salario minimo e sospensione dei brevetti per rendere il vaccino un vero bene comune universale. Ogni volta che si apre uno spazio Sinistra italiana è disposta a dare il suo contributo.