Tutti uniti per il pluralismo e il sostegno alla stampa. Per la prima volta, una risoluzione firmata da tutti i partiti (Pd, Leu, Iv, Fi ma anche Fdi, Lega e i 5 Stelle) in commissione Cultura alla camera impegna il governo a investire nel settore editoriale e a sostenere le imprese giornalistiche su tutti i media: carta, digitale, agenzie di stampa, edicole, radio e tv di ogni dimensione.

Il testo (vedi qui), firmato dai deputati Casciello (Fi), Mollicone (Fdi), Anzaldi (Iv), Belotti (Lega), Piccoli Nardelli (Pd), Fratoianni (Leu) e Vacca (M5s), contiene un elenco puntuale di proposte che in parte il governo ha approvato per l’emergenza Covid-19 e in parte sono ora da rafforzare o mantenere anche per il futuro.

La risoluzione affronta il settore nel suo complesso, riconoscendo la «funzione essenziale» della stampa e prendendo atto della crisi strutturale che sta devastando un «asse portante della democrazia».

Lontane le semplificazioni del V-Day, ma anche gli scandali di quell’epoca. Oggi non c’è editore, dalla grande agenzia Ansa alla più piccola radio di provincia che non sia alle prese con tagli, budget ridotti, crollo della pubblicità, crisi del lavoro e dilagare del precariato.

«Catching up», scultura a Montreal dell’artista John Seward Johnson. L’opera fa parte di una serie su persone che leggono giornali o libri
«Catching up», scultura a Montreal dell’artista,[object Object],John Seward Johnson. L’opera fa parte di una serie su persone che leggono giornali o libri

 

Per il manifesto la pubblicità ha un impatto circoscritto, tuttavia si stima che i fatturati pubblicitari si ridurranno di mezzo miliardo di euro solo nel primo semestre 2020, con i grandi quotidiani che potrebbero perdere fino al 25% delle entrate.

Per evitare il crollo definitivo di qualunque mezzo informativo, il governo ha stanziato finora circa 100 milioni di euro, soprattutto per crediti di imposta su settori esclusi dai contributi diretti tradizionali: pubblicità, acquisto carta, edicolanti, server e hosting per testate on line.

Qualche mese di respiro anche all’Inpgi, l’ente previdenziale dei giornalisti, alle prese con un calo dei contratti stabili (e dunque dei contributi versati) senza precedenti.

A questo sforzo importante ma limitato nel tempo, il Parlamento chiede di aggiungere, tra le altre cose, alcuni interventi mirati: un sostegno a tutta la filiera e non più «contributi a pioggia», più tutele ai giornalisti precari e autonomi, la difesa del diritto d’autore, incentivi alla lettura nelle scuole e alle piccole librerie.

Per fare tutto questo, basterebbe intanto ripristinare il trasferimento della metà dell’extragettito Rai (circa 43 milioni).

Qui su Prima comunicazione i commenti degli editori Fieg e di alcuni deputati coinvolti.

IL TESTO DELLA RISOLUZIONE UNITARIA

IL DIBATTITO SUL SITO DELLA CAMERA (pdf)