Gli stati generali dell’editoria sono «il trampolino di lancio di un percorso lungo, complesso e partecipato, che nei prossimi mesi coinvolgerà tutti gli attori, i professionisti e le categorie del settore». Alla vigilia dell’apertura a Roma, lunedì prossimo, Vito Crimi prova a smorzare le polemiche che hanno funestato l’organizzazione di un appuntamento che il mondo del giornalismo attende da anni: «Vedo già tanta disinformazione, è un vero peccato che si tenti di boicottare a colpi di fake news un evento unico».

Il sottosegretario si riferisce, senza citarli esplicitamente, agli editori di cooperative e non profit che nei giorni scorsi hanno fortemente protestato per l’esclusione dal tavolo con gli altri editori e sono stati relegati in platea.

Umore opposto, invece, in Anso (un’associazione di 80 editori di testate locali on line) invitata a intervenire dal palco insieme alle storiche sigle istituzionali come Fieg, Uspi, Odg, Upa e Fnsi: «L’editoria digitale non ha mai avuto, e non vuole, sostegni speciali. Vogliamo essere considerati e trattati come tutti gli altri editori», spiega il presidente Marco Giovannelli in una nota.

Chi invece non è stato invitato neanche ad ascoltare in platea (anche se trasmetterà tutto in diretta come fa da sempre) è Radio Radicale, l’emittente che a maggio rischia la chiusura per lo stop alla convenzione deciso dal governo: «È l’ennesimo segnale di disattenzione – spiega la Radio – che conferma la volontà di eliminare un servizio pubblico che in assoluta e non richiesta esclusiva ha portato negli ultimi 43 anni le istituzioni nelle case dei cittadini italiani, consentendo loro di ascoltare la voce dei propri rappresentanti e di quanti hanno partecipato alla vita politica, giuridica, associativa e culturale del nostro paese».

Anche la Fnsi non nasconde la propria preoccupazione: «Gli stati generali dell’editoria siano l’occasione per rilanciare il settore, non un regolamento dei conti – scrive il segretario Raffaele Lorusso – a parte le dichiarazioni di intenti, gli atti finora adottati dal governo, anche negli ultimi giorni, vanno nella direzione che nessuno auspica, ossia quella di colpire l’informazione e i giornalisti».

Contrasto al precariato e sostegno all’Inpgi sono i primi punti urgenti che la Fnsi metterà sul tavolo. Tra l’altro (per una recente sentenza del Tar del Lazio, la 01100/2019), il governo entro aprile dovrà riconvocare editori e sindacati al tavolo per l’«equo compenso» dei freelance che era fermo dal 2014.

I problemi di tutto il settore (dagli editori fino alle edicole e ritorno) della carta stampata e non solo (web, tv, radio, etc.) sono immensi e diffusi in tutto il mondo. Il taglio di tutti i contributi pubblici tra il 2019 e il 2022 deciso subito prima degli stati generali da M5S e Lega sta mettendo in ginocchio l’intera filiera.

Non è tempo di passerelle o slide da convegno.