Soprassalto ieri mattina. Svegliati dalla lettura integrale da parte di Sky di un editoriale di «Italia Oggi» che per criticare la possibilità che sia stato pagato un riscatto per liberare Greta e Vanessa, ostaggio dei jihadisti siriani da sei mesi, attacca senza ritegno Giuliana Sgrena e il manifesto.

«Le due ragazzotte sono delle oche giulive – scrive la penna anonima del giornale che immaginiamo sia il direttore – che hanno messo stoltamente in gioco, per nulla, le loro vite ma anche quelle degli altri, come capitò con un’altra oca giuliva più attempata (Giuliana Sgrena del Manifesto, che si era presentata con il suo registratorino in un covo terrorista, protetta solo dal suo entusiasmo naïf e la cui liberazione provocò la morte del funzionario del Sismi Nicola Calipari, che l’aveva liberata…».

È una provocazione aberrante, per almeno una menzogna e una vergogna.

La menzogna è che tutti sanno che Calipari fu ucciso a un posto di blocco dal marine Lozano che sparò secondo consegna militare, sulla via dell’aeroporto proprio quando la missione di salvare Giuliana era di fatto riuscita. Una vicenda tragica dentro una guerra alla quale l’Italia partecipava attivamente nella «coalizione dei volenterosi» a guida Usa.

E la vergogna è la parola «registratorino»: viene attaccata l’attitudine professionale di una inviata che fa il suo lavoro in una città occupata da truppe straniere e piena di insidie (in pieno giorno e all’aperto fu sequestrata, non «in un covo terrorista»), una giornalista sicuramente non embedded come tanti, che dovrebbe essere solo elogiata. Invece l’editoriale di un giornale che non sa nemmeno che cosa sia una guerra, quasi 10 anni dopo inventa una sua vomitevole deontologia sfottendo un «registratorino».

Naturalmente abbiamo subito interessato del grave episodio la Federazione nazionale della stampa. E il segretario della Fnsi Franco Siddi non ha esitato a dichiarare: «È indegno, altro che diritto di critica (…), siamo di fronte a un immondezzaio puro».