La Sea-Watch 4 è arrivata ieri sera nel porto di Trapani. A bordo 456 naufraghi, tra cui 194 minori non accompagnati e 6 bambini in viaggio con i genitori. È il più grande sbarco da una nave Ong del 2021. Per l’imbarcazione umanitaria si tratta della seconda missione: al termine della prima, a ottobre 2020, la Guardia costiera ne aveva disposto il fermo amministrativo, sospeso a marzo scorso dal Tar di Palermo. Giacomo Tranchida, sindaco del capoluogo siciliano, ha affermato che non ci sono rischi relativi al Covid-19 per la comunità locale perché tutti i migranti saranno sottoposti a tampone e quarantena. «Delle strategie di contenimento e gestione dei flussi non spetta a me parlare – ha aggiunto – ma da cittadino dico che occorre evitare che ci siano altri morti in mare».

PURTROPPO però i naufragi continuano. Undici corpi sono apparsi domenica sulle coste di Zawya, dopo che una barca si è ribaltata. Dodici sopravvissuti sono stati individuati dalla «guardia costiera» libica e portati nei centri di prigionia. Lo ha comunicato la portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Safa Msheli. Non ci sono invece conferme ufficiali su altre 50 persone che potrebbero aver perso la vita nelle stesse ore. Ieri mattina Al Arabiya ha dato la notizia citando una fonte della Mezzaluna rossa libica. Il portavoce della «guardia costiera» libica Masoud Ibrahim ha smentito, definendo «errata» l’informazione. Anche dall’Oim nessuna conferma. Il Mediterraneo è diventato un grande buco nero che oltre a esseri umani inghiotte informazioni, verità, storie su cui è sempre più difficile fare chiarezza.

QUEL CHE È CERTO è che il fine settimana è stato ricco di partenze dalle coste libiche e tunisine. L’Oim ha calcolato che oltre 600 migranti sono stati intercettati dalle motovedette di Tripoli e riportati a terra, in detenzione. Numeri che sicuramente andranno a pesare sulla caotica situazione dei centri, dove le persone vengono ricondotte in virtù della legge che vieta l’emigrazione e dove soffrono violenze e deprivazioni. Dall’inizio del 2021 sono già 6.992, tra cui 545 donne e 106 minori, i migranti in fuga costretti a tornare in quello che le agenzie delle Nazioni Unite continuano a definire un «porto non sicuro». Il numero complessivo di morti e dispersi partiti dalla Libia nei primi quattro mesi di quest’anno è di 488. In tutto il 2020 erano stati 978, mentre gli intercettati dalla «guardia costiera» 11.891.

INTANTO ALARM PHONE ha denunciato un possibile respingimento illegale di 97 migranti che domenica si trovavano in acque internazionali, a sei miglia nautiche dalla zona Sar maltese, e hanno chiesto aiuto. La Guardia costiera italiana ha coordinato l’invio di due navi commerciali che si trovavano nelle vicinanze, la Vos Aphrodite e la Olympiysky Prospect, ma queste invece di operare il soccorso hanno atteso l’arrivo dei libici. «Confermiamo che le persone in pericolo sono state illegalmente respinte in Libia, il luogo da cui erano fuggite rischiando la vita», ha twittato ieri Alarm Phone.

OLTRE 700 PERSONE sono arrivate autonomamente a Lampedusa tra venerdì e sabato, partendo dalla Tunisia o dalla città libica di Zwara. Dopo molto tempo si è visto anche un grande barcone arrivare nel porto delle Pelagie: trasportava oltre 200 migranti. L’hotspot dell’isola si è riempito rapidamente, ma già ieri le presenze erano tornate alla normalità. Domenica 190 persone sono state portate a Caltanissetta per il periodo di sorveglianza sanitaria, mentre ieri 96 minori non accompagnati sono stati trasferiti in traghetto a Porto Empedocle e da lì in un centro per le due settimane di isolamento.  259 migranti, tra cui 4 positivi al Covid-19, sono invece stati imbarcati sulla nave quarantena Gnv Allegra. L’imbarco di altri 140 è stato rimandato a oggi a causa del maltempo.

ULTERIORI ARRIVI si sono registrati tra domenica e lunedì sulla rotta orientale. Una barca a vela con 35 afghani ha toccato terra nel porto di Vieste, in provincia di Foggia, nella tarda serata di domenica. A bordo nove donne e dodici bambini. Meno di 24 ore prima c’era stato un altro approdo a Santa Maria di Leuca, il comune più a sud della provincia di Lecce: su un veliero sono sbarcati 59 profughi provenienti da Iraq, Iran e Siria. Dall’inizio dell’anno il totale degli arrivi via mare è di 10.107 persone, sono tre volte quelli del 2020 ma è un numero comunque contenuto.

 

UPDATE 4 MAGGIO 9.21

La Sea-Watch 4 è da poco entrata nel porto di Trapani, raggiunto più tardi di quanto inizialmente previsto.