«Piove ma qui non si può dire governo ladro». La battuta di Enrico Mentana intervistato da Davide Casaleggio (e non viceversa) dà il senso del rovesciamento di fatti e significati osservato all’ultima tappa estiva del seminario della associazione Rousseau a Cesenatico dedicata all’informazione e alla comunicazione digitale.

Un mondo capovolto: a rappresentare i giornali proiettati nel futuro c’era il vicepresidente dell’Anso, l’associazione di testate digitali soprattutto locali e iper-locali. Un settore che nel 68% dei casi fattura 20.536 euro l’anno e che il pubblico considera molto meno «affidabili» dei giornali.

Almeno secondo gli ultimi dati dell’osservatorio Agcom sul settore digitale, ben conosciuti (e citati) anche da Casaleggio.

Una galassia impalpabile che nel 98% dei casi vive solo di pubblicità con ricavi che non consentono uno sviluppo professionale dei prodotti.

Oppure il direttore di un magazine di una multinazionale che chiude l’edizione cartacea (Wired) diventando un «brand» digitale di contenuti, servizi ed eventi.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 15-06-2018 Roma Politica Seconda tappa del tour dell'Associazione Rousseau
L’Associazione Rousseau City Lab: Enrica Sabatini, Davide Casaleggio, Max Bugani – Foto LaPresse

 

Disintermediando – come chiedono i 5 Stelle – chi vuole sapere cosa si è detto al seminario può andare direttamente su facebook e in 90 minuti scarsi si può gustare gratis tutti gli interventi.

Qui è più interessante invece fare un «fact checking» di alcune affermazioni e dire invece cosa non si è detto, dare cioè un contesto per comprendere quei fatti.

L’unico ospite con responsabilità politiche e di governo era il sottosegretario all’editoria Vito Crimi, che giocando «in casa» ha spiegato meglio il suo programma sull’editoria.

Primo rovesciamento della realtà (o fake news)

«Non più finanziamenti diretti agli editori ma graduali, fino a sparire, al sistema editoriale». Obiettivo dichiarato: «Promuovere una cultura dell’informazione di qualità incentivando l’acquisto di abbonamenti digitali e finanziando start up innovative».

Tipo? Il sottosegretario cita solo Fanpage, un gruppo nato essenzialmente con i video virali su facebook ma che di recente ha assunto qualche decina di giornalisti profesionisti.

Per il sottosegretario le «fake news» le pubblicano solo i giornali. In rete no, «grazie al fact checking immediato le bufale possono essere subito smentite».

Se non l’ha già letto, consigliamo al sottosegretario un bel libro: Liberi di crederci. Informazione, Internet e post-verità di Walter Quattrociocchi (38 anni) e Antonella Vicini dedicato proprio a questi temi.

Un dato tra tanti (vedi l’intervista sul manifesto del 24 giugno scorso): «In uno studio del 2015 effettuato su 54 milioni di utenti di Facebook – dice Quattrociocchi – abbiamo dimostrato che solo uno su 12 interagisce con voci contraddittorie. Chi aderisce a una teoria del complotto entra in una comfort zone in cui nessuno contraddice le sue idee. A quel punto, ogni tentativo di smentire una bufala porta a polarizzare le posizioni, e a radicalizzarle».

Undici volte su 12 la rete e i social sono il contrario del libero confronto di idee.

Chiaro infine che incentivare il digitale causerà morti e feriti in una lunga filiera dell’informazione cartacea che a tutt’oggi vale 4 miliardi di euro a fronte dei 200 milioni scarsi di vendite e abbonamenti delle testate solo digitali (dati Agcom IES 2016).

Un mondo importante ma venti volte più piccolo della carta stampata.

Seconda e più importante «fake news» di Crimi

«In Italia il sistema industriale che ha ricevuto più finanziamenti pubblici è l’editoria, dal 2003 a oggi tra diretti e indiretti ci sono stati contributi per 3,5 miliardi di euro».

Bufala totale.

Basti un dato: i sussidi pubblici alle fonti energetiche fossili (gas, carbone, petrolio, ecoballe, etc.) sono pari a 11,5 miliardi all’anno. 52 volte più dell’editoria tutta, dalle agenzie alle radiotv.

Sono dati ufficiali del ministero dell’Ambiente (Catalogo dei sussidi ambientali 2016).

Nel programma 5 Stelle c’era la revisione anche di questi finanziamenti. Aspettiamo su questo il prossimo appuntamento del Rousseau City Lab.