Un centro commerciale a 1.350 metri di altitudine, nel bel mezzo di un parco nazionale, sponsorizzato dalla Nestlè, disegnato dall’archistar Francesco Cellini, a forma di deltaplano ma «con copertura in verde per ambientarla meglio».

Mentre la quasi totalità delle macerie è ancora lì dove il terremoto le ha lasciate lo scorso autunno, a Castelluccio di Norcia, borgo di pietra che domina la piana dietro al monte Vettore, la Regione Umbria vuole costruire una struttura commerciale che ospiterà ristoranti, bar, caseifici e servizi per i turisti.

COSTO DELL’OPERAZIONE: due milioni e mezzo di euro, per lo più a carico della Protezione civile, ma esiste anche una raccolta di fondi per chi voglia contribuire, mentre la Nestlè (per mano della controllata Perugina) si occuperà di diversi aspetti, a partire dalla comunicazione.

Contrariamente al fronte della ricostruzione, per questo progetto i tempi sono strettissimi e tutti sembrano intenzionati a correre: le procedure di affidamento dei lavori per l’urbanizzazione delle aree saranno chiuse entro una decina di giorni, poi, assicura il vicepresidente della regione Fabio Paparelli (Pd), «la realizzazione delle strutture avverrà in tempi brevi».

LE MANI SUL CRATERE: cambiano i tempi, cambiano i volti, sfilano le tragedie, ma l’urbanistica resta sempre il cuore dei poteri locali. Cubature e milioni di euro in un paese che ha tra i suoi principali problemi un conclamato dissesto idrogeologico diffuso e causato per lo più da eccessiva urbanizzazione e conseguenti abusi edilizi.

I volontari delle Brigate di Solidarietà Attiva, che ormai operano sul posto da quasi un anno, l’hanno presa con un’ammirevole dose di ironia, venata di amarezza: «Si stenta a credere che individui dotati di raziocinio possano aver concepito un’idea del genere senza aver assunto significative dosi di allucinogeni».

L’UBICAZIONE DEL DELTAPLANO sarà il Pian Grande, la parte perugina della piana di Castelluccio, luogo molto suggestivo dove a primavera avviene la famosa fioritura: ettari e ettari di colori e sfumature, dall’arancione al viola.

«Questo dimostra una volta di più la distanza tra il governo e chi vive nelle aree colpite dai terremoti – proseguono quelli delle Brigate di Solidarietà Attiva – Se da una parte infatti si annuncia di voler valorizzare le risorse naturalistiche dei territori, dall’altra si progetta una colata di cemento».

ALMENO NELLE INTENZIONI della Regione Umbria il fabbricato dovrebbe essere provvisorio, anche non si capisce cosa voglia dire: il deltaplano di cemento verrà abbattuto? Sarà costruito con le ruote e, a un certo punto, sarà portato via? E quando? Nella migliore delle ipotesi la ricostruzione occuperà lo spazio di un quarto di secolo.

Concludono i volontari: «Ai terremotati che a gran voce per mesi hanno chiesto di poter installare a titolo provvisorio le casette sui propri terreni privati è stato detto che non sarebbe stato possibile. Per questo in migliaia sono stati costretti ad andare negli hotel, lasciando, spesso per sempre, le proprie case. Come mai la provvisorietà non era valida per le casette mentre è possibile per un’area commerciale?».

SE IL CASO del centro commerciale in Umbria è macroscopico, la Regione Marche nei giorni scorsi ha fatto parecchio discutere per le sue idee sull’utilizzo dei fondi degli sms solidali.

L’amministrazione di Luca Ceriscioli (Pd) voleva usare la propria quota (17,5 su 28 milioni totali) per finanziare una pista ciclabile dagli Appennini all’Adriatico, sette piste d’atterraggio per elicotteri e la «grotta sudatoria» delle terme di Acquasanta, in provincia di Ascoli Piceno, abbandonate da un decennio e miracolosamente lasciate intatte dal sisma.

«ABBIAMO AVUTO 51 MORTI, per le strade ci sono 500mila tonnellate di macerie e questi vengono a parlarmi della pista ciclabile», è il commento imbufalito del sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci. Dopo le rimostranze, la Regione fa marcia indietro: i soldi saranno usati per la ricostruzione delle scuole e del municipio di Arquata.