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Carla Fracci, l’arte meravigliosa di una vita a passo di danzaIl Gala Fracci è ormai una tradizione nel cuore di chi ama il Teatro alla Scala e le sue stelle. Una serata di festa in nome di un’icona del balletto italiano nel mondo alla quale questa settimana è stata intitolata dal Teatro la nuova sala ballo della torre di via Verdi. Se il primo Gala Fracci del 2022 era interamente legato a balletti interpretati dall’artista durante la sua carriera, la terza edizione del Gala si è aperta a nuovi pezzi e riprese di culto. Una su tutte La luna di Maurice Béjart, un assolo dal timbro misterioso nella siderale lontananza dal mondo reale, creato dal maestro francese nel 1976 su un altro nome simbolo del balletto milanese: l’étoile Luciana Savignano. A danzarlo al Gala, dopo averlo imparato dalla stessa Savignano, è stata con magnetica, nostalgica presenza Nicoletta Manni, fresca di nomina ad étoile del teatro il novembre scorso. Un bel passaggio di testimone, danzato sull’Adagio del Concerto per violino n. 2 in mi maggiore di Johann Sebastian Bach, al violino Laura Marzadori.

IMMANCABILE al Gala la presenza di Roberto Bolle: l’étoile ha dato corpo con struggimento all’assolo In Your Black Eyes di Patrick De Bana su musica di Ezio Bosso, sottolineando con la linea tormentata del torso e delle braccia il rimando a Vaslav Nijinsky. Nel ricco parterre di artisti coinvolti, accompagnati dall’Orchestra del Teatro diretta da David Coleman, guest luminose Marianela Nuñez in coppia con Vadim Muntagirov ne La Bella Addormentata e Olga Smirnova nel passo a due da Diamonds di George Balanchine in partnership con Jacopo Tissi. All’insegna di Ciaikovsky anche l’apertura del Gala dall’atto II del Lago dei cigni di Nureyev con gli scaligeri Maria Celeste Losa e Timofej Andrijashenko accompagnati da Solisti e Corpo di Ballo. Il variegato carnet di stili ha toccato anche il romanticismo francese con La Sylphide, interpreti Vittoria Valerio e Claudio Coviello, magistrale nello slancio delle batterie.

VIRTUOSISMO impeccabile di Nicola Del Freo e Alice Mariani in Donizetti pas de deux di Legris, comicità e piglio con Virna Toppi e Christian Fagetti in Il Pipistrello di Roland Petit. Tra i pezzi contemporanei la ripresa di Arbakkin di Simone Valastro con Antonella Albano e Massimo Garon e nota di merito al debutto nella coreografia del ballerino scaligero Andrea Crescenzi che sulle note di Philip Glass ha composto il trio Luce giocato su lifts in rotazione e controcampi, interpreti Linda Giubelli, Navrin Turnbull e Domenico Di Cristo. A chiudere prima e seconda parte del Gala il divertissement di Paquita guidato con brillantezza da Martina Arduino e Marco Agostino, e lo strepitio virtuosistico di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko nel finale della Coppélia di Alexei Ratmansky.