Il 6 febbraio scorso, su queste pagine, Egidia Beretta si chiedeva cosa avrebbe detto suo figlio Vittorio di fronte al massacro in corso a Gaza: «Avresti condannato Hamas per la barbarie che ha colpito centinaia di innocenti e ci ha lasciato sgomenti e addolorati e poi…la tua Gaza (…) Tu già allora parlavi di genocidio. Oggi su questo termine discutono giuristi internazionali, commentatori nostrani, politici politicanti. Anche io parlo ora di genocidio e penso di averne tutte le ragioni, ma se questo termine è per molti così controverso, parliamo allora di ciò che è sotto gli occhi di tutti e chiamiamolo massacro».

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Due giorni prima cadeva il compleanno di Vittorio, avrebbe compiuto 49 anni. Ieri cadeva un altro anniversario, il tredicesimo dalla sua morte: il 15 aprile 2011 fu ucciso a Gaza da un gruppo salafita poche ore dopo il suo rapimento. Domenica a Brescia, alla presenza di Egidia, durante la rassegna «Carmine resistente», è stato piantato un ulivo in sua memoria dall’iniziativa «Per coltivare un’utopia – Un albero per Vittorio Arrigoni» insieme all’Anpi, Rifondazione comunista e associazioni cittadine.

Il caso vuole che, nelle ore in cui in Italia si ricordava Vittorio (Gaza lo ricorda ogni anno, ma in questo 2024 di morte e distruzione è stato impossibile), stesse per partire una nuova Freedom Flotilla. Arrigoni, nel dicembre 2008, tornò a Gaza a bordo della Dignity, unica missione della Flotilla che riuscì a raggiungere le coste gazawi. Poche settimane dopo iniziò l’offensiva israeliana Piombo Fuso che Vittorio raccontò sul manifesto.

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Ora c’è una nuova missione, a 14 anni dall’assalto israeliano alla Mavi Marmara che costò la vita a dieci attivisti: l’«Emergency Humanitarian Aid Mission» era data in partenza già ieri dalla Turchia, imbarcazioni statunitensi, sudafricane, greche e turche con a bordo 5.500 tonnellate di aiuti umanitari e centinaia di osservatori internazionali.
C’è anche un altro obiettivo, lo stesso che la Flotilla si pone da anni: rompere l’assedio di Gaza dal basso. Secondo fonti stampa, a bordo ci sarebbero anche il nipote di Nelson Mandela, Zwelivelile, e la figlia di Ernesto Guevara, Aleida.