Una bambina di appena quindici mesi risulta dispersa da quando l’imbarcazione sulla quale viaggiava insieme alla madre e a un gruppo di migranti si è rovesciata in acque Sar maltesi. I naufraghi sono stati soccorsi dalla nave di una ong che li ha poi trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera italiana che li ha portati a Lampedusa. A dare notizia della tragedia è stata Save the Children che ha anche ricordato come dall’inizio dell’anno siano 360 le persone che hanno perso la vita lungo la rotta del Mediterraneo centrale. «Non possiamo rimanere inermi a fare la conta delle vittime», ha detto Giorgia D’Errico, direttrice relazioni internazionali dell’organizzazione. «Non possiamo consentire che giovani vite vengano spezzate così. Ognuna di quelle persone fugge da guerre, persecuzioni, violenza, povertà estrema, crisi umanitarie, e rischia la propria vita affidandosi ai trafficanti in mancanza di vie legali e sicure per raggiungere l’Europa».

Ore di intenso lavoro a Lampedusa dove ieri, dalla mezzanotte, ci sono stati 15 sbarchi con un totale di 694 persone. Venerdì, invece, nell’arco di 24 ore, dopo 11 approdi erano giunti 408 migranti. la nave Mare Jonio e una motovedetta della Guardia costiera, in un’operazione congiunta, hanno soccorso a 43 miglia da Lampedusa 59 persone, tra cui 2 donne incinte. Il Rescue Team di Mare Jonio ha stabilizzato la barca in pericolo, ha distribuito i giubbotti di salvataggio e ha trasferito sulla motovedetta della Guardia costiera Italiana le prime naufraghe. All’hotspot di contrada Imbriacola, nel pomeriggio, erano presenti 1.161 ospiti. La prefettura, d’intesa con il Viminale, ha disposto il trasferimento di 381 persone che verranno imbarcate sul traghetto di linea che farà rotta verso Porto Empedocle.

Intanto il governo accelera nel progetto di trasferire in Albania i migranti salvati in acque internazionali e questo nonostante la Corte di giustizia europea non si sia ancora pronunciata. Il 21 marzo scorso la prefettura di Roma ha infatti pubblicato il bando per la costruzione di due hotspot e un centro di permanenza nel Paese delle Aquile, strutture che dovranno essere pronte entro il 20 maggio e per le quali è prevista una spesa iniziale di 34 milioni di euro all’anno.
«Avete capito che vuole fare Giorgia Meloni?», ha scritto su X il deputato di +Europa Riccardo Magi. «Almeno due dei centri devono essere pronti per il 20 maggio: casualmente, a ridosso delle elezioni europee per andare a fare una bella photo opportunity elettorale». «In pratica – ha proseguito Magi – la nostra premier vuole allestire questi centri in fretta e furia e usarli come un gigantesco spot a pochi giorni dal voto a spese degli italiani. Centri che nei prossimi anni costeranno centinaia e centinaia di milioni, per alimentare una follia che si rivelerà presto totalmente inutile a fermare i flussi e a gestire i migranti».