È troppo presto per dire che lo scopo di Elon Musk nel comprare Twitter fosse quello di riportare il suo amico Trump alla presidenza degli Stati Uniti? No, non lo è. Nel 2022 Musk ha pagato 44 miliardi di dollari (l’equivalente dello stipendio di diecimila operai americani per 200 anni) e ha ribattezzato Twitter “X” per esibire il suo ego smisurato. Poi la sua prima mossa è stata quella di eliminare il gruppo che si occupava di fiducia e sicurezza, ovvero di controllare che la piattaforma non diventasse uno strumento per aggressioni politiche o personali. L’unica parola che contava era la sua: il caos che ne è derivato ha causato la fuga degli inserzionisti e l’apertura di indagini da parte delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo.

NEI GIORNI SCORSI Musk ha ripreso molte delle false affermazioni di Trump sull’immigrazione, sostenendo che «l’invasione voluta da Biden continua» e che «solo un’onda rossa (cioè una vittoria dei repubblicani a novembre) può salvare gli Stati uniti». A questo ha aggiunto, sulla scia di Trump, che le elezioni americane sono facilmente soggette a brogli e alla possibilità che immigrati illegali votino. Tutto falso ma non ci sono state verifiche o correzioni e l’algoritmo ha permesso ai post di raggiungere un vasto pubblico, milioni di visualizzazioni.
Come si sa, il 2024 è un anno elettorale e le piattaforme come Twitter, Facebook, WhatsApp e Telegram sono strumenti essenziali di propaganda e disinformazione. Molti hanno già dimenticato il fatto che nel 2016 un fattore essenziale nel successo di Trump furono i maneggi di Cambridge Analytica, una società poi disciolta quando si scoprì che aveva fornito i dati personali di decine di milioni di utenti Facebook alla campagna elettorale di Trump.

NEL 2019, sempre Facebook rifiutò di rimuovere un video che rallentava artificialmente il discorso dell’allora presidente della Camera Nancy Pelosi, facendola apparire come se fosse senile o ubriaca. Cinque anni dopo, la manipolazione dei media è molto più evidente e l’entità del danno è molto maggiore, in particolare per l’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa, di cui diremo tra un attimo.
Prima, però, è importante ricordare che già nella primavera del 2020 Donald Trump scrisse su Twitter dei messaggi in cui avvertiva che il ricorso al voto per corrispondenza avrebbe portato a «elezioni truccate», preambolo al suo tentativo di rovesciare il risultato elettorale favorevole a Biden che sarebbe culminato nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Allora, però, la piattaforma pubblicò un messaggio di correzione, confutando le sue affermazioni e precisando: «Gli esperti dicono che le schede elettorali inviate per posta sono molto raramente collegate a frodi elettorali». Oggi questo non potrebbe più accadere, il padrone non lo permetterebbe.

GIÀ OGGI l’intelligenza artificiale generativa mette in moto una nuova categoria di frodi elettorali: per esempio sono state utilizzate voci sintetiche per interferire nelle primarie del New Hampshire. Per avere un’idea più concreta di ciò che può accadere guardiamo a ciò che è accaduto qualche settimana fa, quando immagini porno di Taylor Swift generate dall’intelligenza artificiale hanno invaso X. In un caso ci sono state più di 45 milioni di visualizzazioni, 24.000 rilanci del tweet e centinaia di migliaia di like prima che l’utente che aveva condiviso le immagini venisse sospeso per violazione della policy della piattaforma. Subito dopo, le immagini sono state ripostate su altri account. Molte di esse rimangono ancora visibili e da allora è apparso un diluvio di nuovi falsi.

ALL’ORIGINE c’è lo stretto collegamento fra Telegram e X: le campagne di disinformazione vengono create sul primo e poi distribuite sul secondo. Non c’è nulla di difficile: uno degli strumenti utilizzati dal gruppo è un generatore gratuito di intelligenza artificiale da testo a immagine. I cosiddetti deepfake, cioè foto o video contraffatti ma credibili, creati attraverso l’intelligenza artificiale probabilmente invaderanno le piattaforme e gli schermi americani già nelle prossime settimane ed è facile immaginare a favore di chi.
Ci vorrà ben poco per creare immagini di Biden che dice di volere la terza guerra mondiale, o minaccia di togliere le armi a tutti coloro che ne possiedono, o di imporre l’aborto con una legge federale. Tutte falsità facili da smentire ma questo non avrebbe importanza: molti elettori disinformati ci crederebbero. I sostenitori di Trump le diffonderebbero a decine di milioni di americani. Il numero e la qualità tecnica delle provocazioni dipenderebbero solo dalla capacità della macchina elettorale dei repubblicani.

MUSK, CHE ORA sta creando una propria intelligenza artificiale senza dover ricorrere a ChatGpt o agli strumenti messi a punto da Google e Microsoft, era intervenuto già pochi giorni dopo aver assunto il controllo di Twitter, nel 2022, esortando i suoi follower a votare repubblicano. In varie occasioni ha mostrato apertamente il suo disprezzo per Joe Biden e ha respinto le lamentele degli inserzionisti o le richieste di bloccare i contenuti pericolosi, perfino le incitazioni alla violenza. Per esempio, ha riammesso gli account precedentemente banditi, tra cui @KanekoaTheGreat, un influencer della setta QAnon, in precedenza escluso da Twitter, che il mese scorso ha fatto circolare un dossier di 32 pagine promosso da Trump con le sue false accuse di brogli nelle elezioni del 2020. Il dossier ha attirato quasi 22 milioni di visualizzazioni. Il 10 gennaio il miliardario di origine sudafricana ha risposto personalmentea un post sul recente arrivo negli Stati uniti di immigrati senza documenti scrivendo che «ai clandestini non viene impedito di votare alle elezioni federali», cosa ovviamente falsa.

OGGI È PIÙ CHIARO perché a suo tempo Musk si era comprato Twitter per 44 miliardi di dollari mentre adesso X-Twitter vale circa 12,5 miliardi di dollari, ovvero ha perso il 72% del suo valore: in realtà si trattava di una gigantesca operazione politica, di una dimostrazione del potere del denaro sulla politica.